Anche il Mincio, come è avvenuto sulla costa amalfitana per il Fuenti (recentemente abbattuto), potrebbe veder crescere vicino a Salionze un mostro di cemento a venti metri dalla riva. L’intervento si colloca in una zona degradata (conosciuta come ex-Icomec) dove vi sono capannoni abbandonati ancora col tetto in eternit; secondo il vigente Prg (Piano regolatore generale) quella è zona produttiva di completamento, ma col vincolo che si tratti di attività turistico-sportive, o legate all’ambito di tutela. Ma la ditta «Immobiliare Verde Mincio» ha presentato un progetto che prevede la realizzazione di un centro turistico-alberghiero per 21.000 metri cubi, chiedendo poi una variante al Prg di 4000 metri cubi per creare una zona residenziale. La variante, approvata dalla maggioranza di centro-destra, ha incontrato la decisa opposizione delle minoranze, delle associazioni ambientaliste, dell’Archeoclub (per la probabile presenza di insediamenti palafitticoli), oltre che di un gruppo di abitanti della zona. «Noi appoggiamo un intervento di riqualificazione di strutture già esistenti», ha affermato il sindaco Fausto Sachetto, «e che ora sono sommerse dall’erba ed in mano ai topi. Altrimenti rimarrebbe il degrado attuale». Pronta la replica di Pietro Bedulli, consigliere dell’Ulivo: «Il sindaco dimentica che siamo in zona parco, che esiste un’ampia normativa che impone di rimanere a almeno 100 metri dalla riva e che le migliaia di persone che in bicicletta, a piedi o sui pattini, frequentano l’asta del Mincio, da Peschiera fino a Mantova.
Nessun Tag TrovatoE' subito polemica
Un centro turistico in riva al Mincio
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