venerdì, Maggio 3, 2024
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L’Amministrazione comunale di Desenzano vuole valorizzare un patrimonio storicamente importante «Ci servono la casa del custode e parte del parco» dice l’assessore Papa

Un Museo per gli idrovolanti

Salvare e valorizzare l’epoca dell’Alta velocità, quella degli idrovolanti e dell’idroscalo, dei piloti e dei primati sportivi. Per centrare l’obbiettivo Desenzano punta a costituire un museo dell’Alta velocità, coinvolgendo l’Arma aeronautica e possibilmente anche una parte dell’area che fu teatro, fra il 1928 ed il 1936, di quella straordinaria iniziativa. “Si tratta di un patrimonio storico che è mia intenzione salvaguardare – spiega la dottoressa Maria Vittoria Papa, assessore alla cultura della nuova amministrazione di centrosinistra – Con il trascorrere dei decenni non solo sono scomparsi i protagonisti di quell’epoca e di quell’esperienza. Stanno altresì scomparendo anche i testimoni del tempo, i desenzanesi che in quegli anni erano giovani ma ricordano bene i voli, il rombo degli idrovolanti nei cieli del lago, gli incidenti. Intendo contattare nelle prossime settimane il comandante del VI° stormo di Ghedi, dal quale dipende anche la zona militare dell’Idroscalo desenzanese per capire quanto l’aeronautica desideri che questo patrimonio storico rimanga e sia condiviso. Se esiste questa volontà perché non trovare un’intesa e unire gli sforzi?» La scuola per addestrare i piloti al volo di alta velocità venne aperta nel 1928 in seguito ai poco lusinghieri risultati della Coppa Schneider svoltasi a Venezia nel settembre del 1927. Fu scelto l’idroscalo di Desenzano, assai frequentato anche da Gabriele D’Annunzio. L’obbiettivo era quello di addestrare i piloti specializzandoli nel particolare volo richiesto dal regolamento della competizione internazionale. Il reclutamento degli allievi fu lasciato al fiuto di Mario Bernasconi, primo comandante dell’alta velocità. A Desenzano arrivarono Giovanni Monti, Alberto Canaveri, Giuseppe Motta, Tommaso Dal Molin, Francesco Agello, Giuseppe Magi, Remo Cadringher. I primi voli presero il via nell’aprile del ’28 e divennero un appuntamento quotidiano per gli abitanti, un duro lavoro per i piloti che si preparavano alle competizioni internazionali. Il primo corso diede ottimi risultati: tutti effettuarono passaggi sul M.39 o ‘recordino’ come ricorda nel suo libro «Alla scoperta di Desenzano» Tullio Ferro. Tutti presero il brevetto dei 500 chilometri di velocità e soprattutto non vi furono incidenti. Le prove e gli addestramenti riguardavano in particolare la ‘virata’ che nella coppa Schneider del 1929 venne definita ‘virata Desenzano’. Quella dei ragazzi della V rossa, per via del fregio da aggiungere sopra l’aquila d’oro dell’Aeronautica, fu una stagione di successi e di lutti. Il 23 ottobre del 1934 Francesco Agello conquistò il record mondiale di velocità raggiungendo nei quattro passaggi 709,209 chilometri orari, primato imbattuto e destinato ormai a rimanere negli annali della storia del volo. Tante evoluzioni causarono anche incidenti. Sul lago caddero nel 1928 Giuseppe Maggi, l’anno successivo Giuseppe Motta, nel ’30 Tommaso dal Molin e Giancarlo Nicelli, poi Giovanni Monti, Stanislao Bellini Aristo Neri e Ugo Fassio. L’ attività della scuola si concluse nel 1936 con il quarto corso al quale parteciparono anche piloti stranieri provenienti da Francia, Germania e perfino il maggiore Cinese Sun Tun Kan tanto era la fama della Rav. E’ sul tappeto da decenni l’idea di ricordare quelli della V rossa con una museo. Nessuno è mai riuscito a centrare l’obbiettivo. Ci prova l’attuale amministrazione attraverso l’assessore alla cultura Maria Vittoria Papa che ha idee precise. “Non puntiamo ad avere la disponibilità dell’intero idroscalo. Potrebbe essere sufficiente la casa del custode situata proprio a lato della passeggiata Desenzano- Rivoltella e un ritaglio del parco. Nell’immobile potrebbero trovare posto cimeli, documenti, immagini , filmati. E allo spazio espositivo si potrebbero affiancare avvenimenti, iniziative, mostre. Chiederò all’aeronautica se ha intenzione di mantenere la memoria di quegli accadimenti, di un’Italia dei primati. Il comune è disponibile a fare la sua parte in questa iniziativa che potrebbe vederci uniti”.

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