Il museo del Nastro azzurro di Salò si trova in via Fantoni, nel palazzo che accoglie la biblioteca, la Sala del caminetto (con i documenti del Centro studi sul periodo della Repubblica sociale italia), l’Ateneo e gli Amici dell’arte. Il museo sintetizza il periodo storico che va dalle ricompense al valor militare da parte di Amedeo III, re di Sardegna (decreto del maggio 1793), fino al 1945. L’esposizione è ordinata in quattro sale. La prima contiene i cimeli d’epoca napoleonica e prosegue documentando tutte le guerre e le rivoluzioni del Risorgimento. Ci sono pure reperti d’Etiopia (1896) e del conflitto italo-turco (1911-’12). La seconda sala è interamente dedicata al ’15-18, con una sezione dedicata all’impresa fiumana di Gabriele D’Annunzio. La terza offre una sintetica panoramica dell’epoca fascista, inclusi lo sbarco in Africa per la conquista dell’Etiopia (1935-36) e la guerra civile spagnola (1936-39). La quarta è dedicata al secondo conflitto mondiale, alla Repubblica di Benito Mussolini e alla Resistenza. Vengono proposti cimeli personali, manoscritti, autografi (anche di personaggi di rilievo internazionale), stampe, fotografie, sculture, dipinti, medaglie, manifesti, armi bianche e da fuoco, carte geografiche, oggetti ricordo, uniformi, bandiere. E ancora: proiettili di vario tipo, bombe a mano, razzi, eliche direzionali di bombe d’aereo, nastri di mitragliatrici, bossoli, cartuccere di soldati americani, elmetti. Ci sono la borraccia in pelle di Domenico Grisetti di Gaino, capitano delle truppe napoleoniche agli ordini del Principe Eugenio di Beauharnais, il diario del salodiano Giorgio Pirlo, volontario garibaldino, riguardante le battaglie di Solferino e San Martino, gli appunti di Cesare Battisti, il brandello del paracadute indossato da Italo Balbo quando il suo aereo fu abbattuto nel cielo di Tobruk. Nel periodo invernale il museo è aperto il sabato e la domenica (orario: 10-12 e 15-17). Le scuole possono prenotare visite guidate entrando nel sito Internet della Fondazione. Lo scorso ottobre il Consiglio comunale di Salò ha approvato la convenzione che ne regola la gestione, una garanzia specificamente richiesta dall’Istituto nazionale del Nastro Azzurro, e in particolare dalla Fondazione provinciale. L’obiettivo dell’esposizione è di non disperdere i ricordi dei decorati al valor militare e «dire ai giovani che la libertà democratica di cui oggi largamente godono è frutto di sacrifici e del sangue versato dai loro avi». Alla nascita del museo, 25 anni fa, hanno contribuito l’onorevole Sandro Fontana, il professor Andrea Cavalli, assessore regionale alla Cultura (papà di Alberto, l’attuale presidente della Amministrazione provinciale), e il dottor Pietro Gasperini, dirigente del servizio beni culturali del Pirellone. Originariamente sistemato all’interno del Palazzo comunale, è stato poi trasferito in via Fantoni.
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Il museo si trova nel palazzo di Via Fantoni L’istituzione culturale ha 25 anni. Tra i promotori l’ex senatore Sandro Fontana