mercoledì, Maggio 8, 2024
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Fuori gioco ormai i cinesi, che avevano offerto per la famosa dimora ben 100 milioni di euro. «Rush» finale per il 50 per cento, che fa gola al gruppo Renova

Villa Feltrinelli parla russo

di Questa volta l’affondo per Villa Feltrinelli di Gargnano dovrebbe andare a buon fine, e anche in tempi piuttosto brevi, se le previsioni dei soliti bene informati si confermeranno esatte. Per la splendida residenza in riva al Garda, già dimora di Benito Mussolini tra il 1943 ed il 1945 e con attuale utilizzo come Grand Hotel per clienti «dal volto noto e dal portafoglio molto capiente», sarebbero imminenti novità di rilievo.Dopo il primo tentativo di acquisto si sono fatti sotto di nuovo i russi con i loro capitali. La rimonta è stata effettuata dal Gruppo Renova, di Viktor Vekselberg. In compenso, dalla trattativa sarebbe invece uscito l’altro petroliere russo, Roman Abramovic, un altro miliardario russo, proprietario della blasonata Società di calcio inglese del Chelsea. Quanto ai tempi per concludere l’affare, siamo ormai alla stretta finale e la definizione dell’accordo potrebbe essere solo una questione di pochi giorni, se non di ore. Infatti, in caso di acquisto, il diritto di prelazione dovrà essere esercitato entro il prossimo 30 novembre. Pochi giorni dunque perchè tutto venga chiarito.Rispetto al negoziato avviato tempo addietro e che solo a inizio mese pareva prossimo alla conclusione, sarebbe cambiato l’atteggiamento del proprietario della villa, l’americano Robert Burns, intenzionato a cedere solamente il 50 per cento della proprietà. Top secret la cifra della transazione per la vendita della quota del 50%: ma pare che non si discosterà molto dai 45 milioni di euro. La gestione di Villa Feltrinelli resterebbe affidata alla società «Benaco» che, con l’altra società, la «Robert Burns», permette al milionario americano con residenza a Hong Kong di controllare la proprietà dell’albergo a cinque stelle. Le due società hanno sede a Gargnano. In pratica Robert Burns entrerebbe a fare parte della società russa che, assieme a Villa Feltrinelli, controlla altri 17 hotel di lusso sparsi in tutto il mondo, con caratteristiche analoghe a quelle dell’hotel gardesano, vale a dire costose ed esclusive. Gli interessi di Burns resterebbero però circoscritti all’albergo che si affaccia sul Garda.La parziale cessione di Villa Feltrinelli potrebbe preludere addirittura ad un prossimo definitivo ritiro del magnate americano dalla scena benacense. Il che significherebbe che, in un secondo tempo, finirebbe sul mercato anche il restante 50 per cento della Villa-Hotel, con l’edificio principale, gli altri fabbricati, il parco e la limonaia. In tutto, una ventina di camere, distribuite tra il corpo centrale dell’albergo e le lussuose dependance. Quanto ai cinesi, che con la loro offerta di acquisto si erano collocati poco al di sotto dei cento milioni di euro ed avevano sfiorato la conclusione dell’affare, gli emissari se ne sono tornati a casa proprio nei giorni scorsi. Una di loro ha raggiunto Burns negli Stati Uniti, anche se paiono poco probabili ulteriori recuperi. Il ritorno della «lingua russa» a Villa Feltrinelli non costituirebbe una novità. Infatti quando l’edificio era abitato saltuariamente dall’editore Giangiacomo Feltrinelli fu concluso un grande affare letterario editoriale con la pubblicazione (e relativa acquisizione dei diritti) del romanzo «Il dottor Zivago», dello scrittore russo Boris Pasternak. Accadde una cinquantina di anni orsono.

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