L’idea potrebbe essere quella di una coperta troppo corta. In realtà il problema non è solo di centimetri ma anche di metodo, programmazione e pianificazione. Stiamo parlando dei livelli del Benàco, il più grande bacino d’Italia in questi ultimi tempi vera croce e delizia. Da una parte la necessità di salvaguardare l’economia del lago di Garda dall’altra quella di curare gli interessi degli agricoltori mantovani. Un rapporto non sempre di facili equilibri caratterizzato da interessi di parte più che da una visione unitaria. Nonostante tutto importanti passi in avanti sono stati fatti fino ad arrivare all’idea di una agenzia interregionale. Ente che un domani avrà il compito di sovrintendere il complesso sistema del bacino del Garda con il pregio di eliminare alla radice tutti quei conflitti e veti tra strutture periferiche che non garantiscono un’ottima e coordinata azione dello sbarramento di Salionze. Dopo l’Emilia Romagna, il Piemonte e il Veneto anche la Lombardia ha deliberato ai primi di marzo il trasferimento al Magistrato per il Po delle opere idrauliche in carico alla regione. «Manufatti tempo addietro alle dipendenze del Magistrato alle acque di Venezia che ora ha invece funzioni solo in materia di salvaguardia della città lagunare e non può pertanto più intervenire direttamente sulla regolazione del Lago di Garda», afferma il senatore Umberto Chincarini. «Un passaggio importante che ci avvicina sempre più alla nascita dell’Agenzia Interregionale per il Po».
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Programmazione e pianificazione per salvaguardare più interessi
Un’agenzia interregionale per gestire il bacino del Garda
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