domenica, Maggio 5, 2024
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In un convegno promosso dall’associazione industriali a Mantova annunciata ufficialmente la data dei viaggi di prova sul canale navigabile a cui si lavora da sessant’anni.

A metà aprile le prime chiatte sull’idrovia più lenta d’Italia

Sull’idrovia Fissero-Tartaro-Canal Bianco-Po di Levante si inizierà a navigare dopo il 15 aprile 2001. In una riunione promossa dall’Associazione industriali di Mantova che si è svolta mercoledì nella sede dell’Azienda regionale dei porti di Valdaro, e alla quale hanno partecipato rappresentanti di enti ed aziende della navigazione e tecnici delle Regioni Lombardia e Veneto, è stato finalmente annunciato un termine ai lavori per la via di trasporto fluviale più «lenta» d’Italia. Entro la metà di aprile dovrebbero infatti essere completati i lavori di manutenzione e di allargamento dell’unica strettoia ormai esistente, quella della conca di San Leone a Governolo, in provincia di Mantova, che necessita di un contenuto ampliamento dal costo di 150 milioni, e poi potranno iniziare i viaggi di prova. L’unico intervento per il quale occorrerà attendere ancora resterà quindi quello dell’innalzamento del ponte ferroviario di Arquà Polesine, nel Rodigino, la cui attuale conformazione non costituisce comunque già ora un ostacolo, se non parziale, alla navigazione. Intanto, in previsione dell’inizio dell’operatività dell’idrovia la Regione Veneto, per quanto di sua competenza, ha già speso 480 milioni per la manutenzione delle quattro conche esistenti sul tratto veneto, a Barricetta, Brusoni, Canda e Torretta, e stanziati altri 380 milioni per il dragaggio del canale. Operazioni che rientrano comunque nell’ordinaria amministrazione visto che nel primo caso sono servite a risistemare strutture, in special modo gli impianti aerodinamici, in qualche misura danneggiate dal loro sinora mancato utilizzo, e nel secondo a svolgere un’azione di pulizia dell’alveo che costituisce una necessità da affrontare ciclicamente. Diverso invece il discorso per quanto riguarda il ponte di Arquà Polesine che ha attualmente un tirante d’aria, in pratica un’altezza rispetto all’acqua, di 5 metri e 13 centimetri rispetto ai 6 metri e mezzo previsti come misura standard. Una situazione che impedisce il passaggio di alcuni tipi di natanti ma non il fatto che l’idrovia sia navigabile per tutti gli altri. Proprio per risolvere questo problema la Regione ha comunque previsto di realizzare un nuovo ponte al posto di quello esistente, che non può essere alzato perchè sorgerebbero problemi di pendenza rispetto alla vicina stazione di Arqua Polesine. Un’operazione per la quale è prevista una spesa di 25 miliardi e che verrà finanziata utilizzando una parte dei soldi destinati alla navigabilità fluviale in Veneto dalla legge finanziaria dello Stato. Di quei 146 miliardi che saranno trasferiti da Roma per finanziare la navigazione del Po di Brondolo, spendendo circa 90 miliardi, e completare il Fissero-Tartaro-Canal Bianco-Po di Levante investendo quindi anche ulteriori 30 miliardi circa in rivestimenti di sponde ed ulteriori lavori ancora da definire nei dettagli. Luca Fiorin

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