lunedì, Dicembre 2, 2024
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Stasera in sala consiliare il primo degli incontri della Comunità del Garda, prossimo appuntamento il 5 dicembre. Interverranno il rettore di Ca’ Foscari Pier Francesco Ghetti e il poeta Franco Loi

«Acqua», meditazione tra poesia e cultura

Quale posto migliore per parlare d’acqua, della cittadina che ha dato il proprio nome al più grande dei laghi italiani? Oggi a Garda si parla proprio di acqua. Ma attenzione: non di livelli del lago, di irrigazione, di acquedotti o di inquinamento. Si discute del concetto culturale, quasi filosofico, dell’esistenza liquida. E a trattarne sono il magnifico rettore dell’Università Cà Foscari di Venezia, Pier Francesco Gheti, e il poeta Franco Loi. Il primo, introdotto dal presidente della Comunità del Garda, Pino Mongiello, tratterà di «Acque libere, acque prigioniere», l’altro, intervistato dal giornalista Ermanno Paccagnini del Corriere della Sera , si soffermerà sulla «Profondità dell’acqua». L’appuntamento è per le ore 20.30, nella sala consiliare del municipio, sul lungolago. A proporre quest’inconsueto, stimolante incontro è la Comunità del Garda che, in occasione dell’anno internazionale dell’acqua, sotto l’egida dell’Onu e in collaborazione con i Comuni di Garda, Salò, Desenzano e Riva, con la Comunità montana del Parco dell’Alto Garda Bresciano e con l’Ateneo di Salò, ha varato il progetto intitolato, manco a farlo apposta, «Acqua», una serie di occasioni di riflessione «a tu per tu con i protagonisti della scienza, della teologia, della cultura e del diritto», con il coordinamento di Carla Tonoli. Si comincia questa sera a Garda e si chiude il 10 febbraio a Riva, con la presenza dello scrittore Claudio Magris. Di tematiche idriche è certamente esperto il professor Ghetti, presente alla sessione gardesana di oggi. Eletto quest’anno rettore di Cà Foscari, è stato direttore del dipartimento di scienze ambientali della stessa università e ha insegnato ecologia applicata, valutazione di impatto ambientale, analisi dei sistemi ecologici ed ecologia delle acque interne. Ha diretto progetti del Cnr sugli indicatori biologici di qualità dei fiumi italiani, ha lavorato ad esami qualitativi sui corsi d’acqua tedeschi ed inglesi. Per la Fondazione Agnelli ha redatto due preziosi manuali sulla difesa delle coste e dei fiumi. Il Garda lo conosce molto bene, tant’è che è stato protagonista della missione Piccard, finalizzata allo studio dei fondali lacustri. Anche Franco Loi è uomo d’acqua, almeno per le origini: è nato in riva al mare, a Genova, da una famiglia sarda. Vive però a Milano, città di cui ha adottato il dialetto, e delle lingue locali in poesia è stato a lungo fautore sulle colonne dell’inserto letterario del Sole 24 ore . Il suo linguaggio poetico nasce proprio da una continua, appassionata fusione di elementi linguistici gergali e dialettali, spesso provenienti dall’esperienza contadina, talvolta reinventati, a servizio dell’espressività dei versi. Dopo le raccolte I cart e Poesie d’amore , si è affermato soprattutto con Stròlegh (la prefazione era di Franco Fortini), uscito nel 1975 per Einaudi, la casa editrice che ha ora in preparazione un’antologia della sua produzione poetica. Le sue poesie sono state tradotte in Germania, Francia, Spagna, Olanda, Grecia, Irlanda, Russia, Stati Uniti.

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