domenica, Maggio 5, 2024
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L’assemblea Ato ha affidato il servizio per la zona del Garda al consorzio Garda Uno. Il programma prevede l’80% degli interventi entro il 2020

Acque e depurazione, si va

La riorganizzazione del servizio idrico integrato dell’Ato ha registrato una tappa decisiva. Negli ultimi mesi, il Comitato ristretto e la segreteria tecnica hanno perfezionato i documenti che avevano scelto di ripartire l’Ato in tre aree omogenee (i tre bacini del Garda, del Mella-Chiese – con la città, la pianura centrale, la Valle Sabbia e la Valle Trompia – e dell’Oglio, comprendente la Franciacorta, la pianura ovest, il Sebino e la Valle Camonica) e di scegliere le forme gestionali più idonee. Il lavoro si è concretizzato nella redazione definitiva del Piano d’Ambito, approvato dall’assemblea. Rappresenta lo strumento che guida la realizzazione degli investimenti nei prossimi anni al fine di rendere il servizio di acquedotto, fognatura e depurazione efficiente, efficace e omogeneo sull’intero territorio provinciale. Il Piano d’Ambito sintetizza lo stato di fatto delle infrastrutture, identificando le principali criticità e individuando modalità e tempi per porvi rimedio. Le criticità, come è noto, sono in larga misura presenti nel settore fognatura e depurazione, dove si evidenzia la necessità di intervenire per estendere la rete fognaria a tutta la popolazione residente, potenziare ed adeguare gli impianti di depurazione esistenti, completare i grandi schemi di collettamento. Ma anche per gli acquedotti occorre razionalizzare le reti esistenti, favorendo le interconnessioni e ampliando i serbatoi di compenso; risolvere i problemi di qualità legati alla presenza di sostanze non in linea con i valori previsti dalla normativa. Il programma degli interventi contenuto nel Piano d’Ambito è ambizioso. Al tredicesimo anno (nel 2020) si prevede la realizzazione dell’80 per cento, 550 milioni di euro, del monte complessivo dell’investimento, stimato in più di 700 milioni di euro. E al 25° anno, nel 2032, la quasi totalità dell’investimento risulterà economicamente ammortizzata. Consente di prevedere uno sviluppo tariffario nel tempo che rimarrà al di sotto della media nazionale. Permette, inoltre, di adottare le opportune e necessarie compensazioni tra le diverse zone, particolarmente in favore dei territori montani. Consente infine di sgravare i Comuni del debito annuale per le opere già realizzate. L’assemblea ha provveduto ad affidare l’area omogenea gardesana a Garda Uno, società interamente pubblica partecipata dai Comuni, che già gestisce l’impianto di depurazione per la sponda bresciana e veronese. Le delibere sono state approvate da circa 130 Comuni, con nessun voto contrario e con il 70 per cento dei voti corrispondenti ai 206 Comuni e alla Provincia. «Desidero esprimere gratitudine verso tutti i sindaci che hanno convintamene approvato il progetto – ha detto il presidente della Provincia e della Conferenza d’Ambito Alberto Cavalli – e verso i componenti del Comitato ristretto, rappresentanti di aree geografiche ma anche di scelte politiche diverse, che hanno operato con grande impegno e sintonia al servizio della comunità bresciana».

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