domenica, Maggio 5, 2024
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Una serie di fortunate coincidenze sta rendendo più elettrizzante del solito (termine forse eccessivo, ma serve a rendere l'idea) il decollo de «Il Museo per la Città»

Al Museo si respira aria nuova

Una serie di fortunate coincidenze sta rendendo più elettrizzante del solito (termine forse eccessivo, ma serve a rendere l’idea) il decollo de «Il Museo per la Città», etichetta che racchiude, da qualche anno a questa parte, l’ambizioso progetto di fare dell’istituzione che ha sede in Rocca una sorta di «casa-albergo» per il pulviscolo di volontari e di associazioni impegnati sui vari fronti della cultura. Le fortunate coincidenze sono in sostanza cinque. Primo: l’entusiasmo del direttore «facente funzioni» Gianni Pellegrini (che ha preso molto sul serio l’incarico di sostituire la direttrice Botteri durante la sua assenza per un «comando trentino»). Secondo: la possibilità di poter finalmente disporre di spazi «certi» dove muoversi (il Museo, come si ricorderà, è stato per lunghi anni «ostaggio» delle peregrinazioni dei restauri della Rocca). Terzo (e collegato al secondo): l’accorpamento in Rocca degli uffici comunali dell’assessorato alla cultura e di quello al turismo, che dovrebbe favorire quelle «sinergie» di cui s’è tanto favoleggiato senza mai approdare oltre le buone intenzioni. Quarto: la volontà dell’assessore Marino, uomo di centrosinistra, di fare un po’ di argine anche a livello locale – con l’idea alternativa di Museo-rete delle piccole espressioni culturali del territorio – a quel clima di «managerializzazione» della cultura (la si vorrebbe «produttrice di utili»?), che si respira, anche in periferia, con la «deregulation» e le «privatizzazioni» che sono le bandiere del governo centrale. Quinto: il tornare prepotentemente di moda, anche nel tessuto civile rivano, della cultura come momento indispensabile di arricchimento del cittadino dopo le fasi della «politica», del «riflusso» e del «privato» (vedi, ad esempio, le rapidissime iscrizioni ad una qualsiasi «gita» per una mostra nelle città d’arte. Un tempo bisognava caricare la gente sulla corriera…a forza). Di tutto questo s’è ragionato ieri al Museo, dove gli «attori» delle iniziative di marzo-aprile (Amici dell’Arte, astrofili, micologi, associazione Pinter) hanno messo in circolazione calendari e proposte, che andremo puntualmente ad illustrare a tempo debito. Per ora registriamo quest’atmosfera di «rilancio» e di «partecipazione», il cui termometro diventerà la risposta della città in termini di iscrizioni-adesioni-frequenza-partecipazione. Museo aperto o cattedrale? Ecco la sfida.

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