Regalo agli operatori in finanziaria

La Finanziaria, fra l’altro, ha cancellato l’obbligo ai pagare l’imposta comunale sulle insegne di dimensione inferiore ai 5 metri quadri. Per Riva s’è trattato d’una botta non indifferente: la quantificazione esatta è impossibile (o troppo laboriosa), ma siamo comunque, secondo il sindaco, nell’ordine delle centinaia di milioni. E’ vero che il governo sta studiando una forma di rimborso agli enti locali (la disposizione è valida su tutto il territorio nazionale), ma nel frattempo il comune è stato costretto dalla Ica srl, la concessionaria romana che gestisce pubblicità e pubbliche affissioni, a rinegoziare gli accordi rinnovati lo scorso 18 dicembre: senza il contributo per insegne al di sotto della misura stabilita, la Ica non accetta più di assicurare gli 85 milioni di fisso garantito, chiede di incamerare tutt’intera la sovrattassa per i diritti di urgenza, che prima veniva spartita a metà col comune, ed infine chiede di aumentare l’aggio, incrementando la percentuale in misura proprozionalmente inversa all’atteso calo degli incassi (che nessuno, allo stato attuale, è in grado di preventivare con una certa precisione). Così alla concessionaria andrà una quota pari al 26,5% se la contrazione rimarrà entro il 10%, per poi salire progressivamente fino al 37,5% nel caso d’un crollo compreso fra il 40 ed il 50%. La proposta è stata approvata dal consiglio che ha anche provveduto a correggere una svista (un «errore di battitura» si legge del testo della delibera approdata in aula) scappata nella delibera con cui, nello scorso 18 dicembre, il consiglio ha provveduto a tradurre in euro gli importi dovuti per pubblicità e pubbliche affissioni. La trasformazione è stata effettuata però non era stato applicato l’aumento generalizzato del 20%, egualmente previsto dalla finanziaria. I termini per il versamento sono stati prorogati al 30 aprile 2002.