domenica, Dicembre 8, 2024
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Nuova normativa regionale cancella un contenzioso decennale tra piani regolatori e dipartimento sanità. Riscritti gli standard delle camere in armonia con l’urbanistica locale

Alberghi con le carte in regola

La Giunta del Veneto, il 21 marzo, ha apportato un’ importante correzione per il settore turismo alla legge regionale 33 del 2002. Sono state adeguate le superfici e le volumetrie delle stanze d’albergo sulla base degli standard previsti prima dell’entrata in vigore del decreto legge numero 97 del 29 marzo 1995, emesso per adeguare le dimensioni delle camere alle disposizioni vigenti nei Paesi dell’Unione Europea. Il decreto era stato poi convertito nella legge 30 nel maggio dello stesso anno. A spiegare l’importanza della modifica, ieri mattina all’hotel Bisesti davanti ad una affollata assemblea di albergatori, si sono alternati il presidente dell’Ugav, Giuseppe Lorenzini, l’assessore regionale alla Sanità, Flavio Tosi, il direttore generale dell’Ulss 22 Renato Piccoli con l’intero staff del settore prevenzione servizio igiene sanità pubblica.«Era da 10 anni», ha detto Lorenzini, «che aspettavamo questa modifica alla legge, che andrà a risolvere molti problemi al settore alberghiero. Nel 1995 è stata introdotta una legge che stabiliva ci fossero 3 metri di altezza nelle stanze degli alberghi, con volumetria pari a 42 metri cubi per le camere a due letti, con superficie di 14 metri quadrati. La legge però si scontrava con i regolamenti edilizi e i piani regolatori dei Comuni, che invece prevedono altezze massime di 2,70-2,80 metri, anche nell’ottica del risparmio energetico». «Ci siamo così trovati con tutti gli alberghi costruiti prima del 1995», ha precisato il presidente Ugav, «che non erano a norma con i nuovi standard emessi dal dipartimento della sanità, il quale si scontrava anche con le indicazioni del dipartimento al turismo, che invece stabiliva che le altezze dovevano essere dettate dai regolamenti comunali».Ha proseguito Giuseppe Lorenzini: «La sanità però non riconosceva questa interpretazione, quindi quando rilasciava i certificati di idoneità sanitaria, declassava le camere da doppie a singole».La legge del 1995 prevedeva comunque una deroga all’applicazione per le strutture già esistenti in quella data, consentendo una riduzione della superficie pari al 25 per cento per gli alberghi ad una, due e tre stelle e del 20 per cento per quelli a quattro, cinque o cinque stelle lusso. In parole povere, esisteva un contenzioso tra dipartimento turismo e albergatori nei confronti del dipartimento sanità, che non riconosceva corrette le altezze delle stanze stabilite dai Comuni.L’assessore alla Sanità, Flavio Tosi, che ha raccolto le istanze della Federalberghi Veneto, ha così illustrato la deliberazione regionale: «Abbiamo cercato di trovare una soluzione che fosse omogenea per tutto il territorio, poiché ognuno dava interpretazioni diverse. Abbiamo fatto una norma che aiuta gli operatori a lavorare senza altre norme vessatorie, scritta in modo semplice e che doveva essere fatta da anni». La legge del 1995 aveva innalzato le superfici minime delle stanze, portando da 6 a 8 metri quadri le singole e da 10 a 14 metri quadri le doppie.Questa nuova norma regionale interessa il 70 per cento dei circa 400 alberghi della sponda veronese del Garda, in quanto costruiti in base a leggi precedenti alla normativa del 1995. Con l’ammodernamento degli alberghi, tutte le stanze negli anni sono state dotate di bagno in camera, e tale servizio ha sottratto ulteriori metri nel calcolo delle superfici delle stanze.Il problema non si presenta, invece, per gli alberghi costruiti dopo il 1995, poiché sono state realizzate le volumetrie richieste: in questi casi le altezze sono di metri 2,70, ma è stata ampliata la superficie così da rientrare nelle volumetrie previste. La giunta regionale ha quindi ripristinato la condizione antecedente alla normativa del 1995. La delibera, infatti, dice: «L’articolo 24 della legge regionale 33 del 2002 determina le modalità di calcolo delle superfici e delle cubature minime delle stanze d’albergo. L’articolo così formulato ha determinato notevoli difficoltà di interpretazione negli stessi professionisti delle aziende sanitarie, chiamati a dare applicazione alla norma. Le nuove indicazioni operative dell’articolo 24 quindi sono: per le camere a un letto, superfici di 8 metri quadrati, cubatura di 21,6; stanze a due letti, 14 metri quadri e 37,8 c. Invece per le stanze degli alberghi esistenti prima del 1995: 6 metri quadri e 16,20 per le singole; 10,5 metri quadri e 28,35 cubi per le doppie ad 1,2,3 stelle; per le categorie superiori e lusso: 6,4 mq e 17,28 mc per le singole e 11,2 mq e 30,24 mc per le doppie».

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