lunedì, Aprile 29, 2024
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Protesta delle associazioni di categoria. I sindaci: «Non vogliamo diventare esattori». Pioggia di fax a Prodi: «La Finanziaria danneggia il turismo»

Alberghi verso la serrata

Gli albergatori del lago di Garda sono sul piede di guerra e contestano duramente l’ipotesi avanzata dal Governo Prodi di inserire nella Finanziaria la tassa di soggiorno. Una decisione che, se accolta, potrebbe portare a una serrata collettiva delle strutture ricettive alberghiere della sponda veronese. La provocazione arriva da Giuseppe Lorenzini, presidente dell’Ugav, unione gardesana albergatori veronesi che riunisce più di trecento hotel. «Siamo pronti a tutto per combattere una tassa iniqua, che danneggia oltremodo la nostra categoria e di riflesso tutto il sistema economico collegato all’industria del turismo», afferma il titolare dell’hotel Gardesana di Torri, che anche sollecitato dalle associazioni albergatori dei paesi della riviera degli olivi ha invitato i soci Ugav a spedire un telegramma di protesta al Presidente del consiglio Prodi e al vicepresidente con delega al turismo Francesco Rutelli.Poche righe dove si chiede di «Annullare il provvedimento della reintroduzione della tassa di soggiorno nella nuova legge finanziaria perché è assolutamente impossibile per noi sopportare altre tasse aggiuntive con il rischio di chiusura di molte attività alberghiere, soprattutto nel periodo invernale».«Solo a Bardolino sono una quarantina i telegrammi già inviati a Roma», dice Ivan De Beni, presidente della locale associazione albergatori, «in tutta Italia gli operatori turistici si stanno mobilitando e in calce a ogni telegramma viene indicato il numero di dipendenti di ciascuna attività ricettiva». Profondamente contrario all’azione del Governo anche Fernando Morando, presidente Confcommercio Verona. «Tra le misure più criticabili di una Finanziaria oppressiva e penalizzante per le aziende del commercio, turismo e servizi, vi è la riproposizione del contributo di ingresso e soggiorno che colpisce fortemente il sistema dell’offerta turistica in una fase in cui, invece, sarebbe fondamentale sostenerne la capacità competitiva, visto che proprio il turismo è la prima risorsa dell’Italia. Che reazione potrà avere un turista, già disorientato da classifiche alberghiere diverse da località a località, quando in un Comune gli chiederanno di pagare la tassa di soggiorno e in quello vicino no? E quali saranno gli strumenti concreti per incamerarla? Su una tariffa media di 50 euro questa nuova tassa può arrivare ad incidere fino al 10 per cento. Non è affatto poco in un contesto di mercato che richiede, al contrario, moderazione e contenimento dei prezzi».Sul fronte degli amministratori pubblici è difficile, al momento, strappare anticipazioni sull’eventuale decisione di applicare o meno la tassa di soggiorno. «L’intenzione è quella di non adottarla, ma poi dobbiamo tener conto del bilancio comunale», afferma Giorgio Passionelli, primo cittadino di Torri, «Certo trovo assurdo che si parli d’incremento di turismo e poi si costringa a tassare chi lo produce. Lo Stato vuole trasformare i sindaci in esattori». «La Finanziaria non l’ho ancora studiata», ammette Renzo Franceschini sindaco di Lazise, «e quindi non me la sento di dare giudizi in merito. Ho chiesto comunque al nostro economo di fare un’analisi in merito alle eventuali nuove disposizioni statali e sono in attesa di vedere i numeri. In Giunta abbiamo parlato dell’eventualità dell’introduzione della tassa di soggiorno e l’orientamento è quello di non applicarla». «Non condivido questa poli-tica adottata dal Governo», afferma Giovanni Pozzani, assessore al bilancio di Bardolino, «difficile ora dire se saremo costretti, per avere la copertura finanziaria, ad adottare questa tassa di soggiorno».

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