lunedì, Dicembre 4, 2023
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Anche il Baldo «trema»

La ter­ra trema e anche il sus­sul­ta, come ha fat­to pro­prio poche set­ti­mane fa, con la scos­sa che è sta­ta avver­ti­ta sul­l’al­to Gar­da. Per for­tu­na però lo fa di con­tin­uo liberan­do un’en­er­gia che, se repres­sa, potrebbe vera­mente causare ter­re­moti dis­trut­tivi sim­ili a quel­lo che ha scon­volto l’Abruzzo.Sono, in sin­te­si, le con­sid­er­azioni recen­te­mente trat­te a «Bald­ofes­ti­val scien­za», con­gres­so orga­niz­za­to a Capri­no dal­l’as­so­ci­azione cul­tur­ale Bald­ofes­ti­val con il di sto­ria nat­u­rale del Gar­da e del Bal­do di Mal­ce­sine, coor­di­na­to da Alessan­dra Aspes diret­tore del Museo civi­co di sto­ria nat­u­rale di Verona. Alber­to Castel­lar­in, del­l’ di Bologna, dipar­ti­men­to di Scien­ze del­la Ter­ra, par­lan­do delle «geome­trie e fan­tasie geo­logiche del­l’area del Bal­do», ha affronta­to anche il tema del­la sis­mic­ità di ques­ta zona. Ha così spie­ga­to l’episo­dio sis­mi­co reg­is­tra­to il 23 mag­gio alle 18.58 dal­l’Is­ti­tu­to di geofisi­ca e vul­canolo­gia nel­la zona del lago, a poca dis­tan­za da Limone, ben per­cepi­to anche dai sis­mo­grafi del­l’Osser­va­to­rio sis­mi­co veronese diret­to da Gian­gae­tano Male­sani, sec­on­do cui la mag­ni­tu­do è sta­ta di 3.2, antic­i­pa­ta da una scos­sa il 21 mag­gio a Nord di Man­to­va. «Il Bal­do», spie­ga Castel­lar­in, «è una zona sis­mi­ca che con­tin­ua a lib­er­are ten­sioni attra­ver­so emis­sioni di ener­gia, sul­la cui entità, come è evi­dente e come con­fer­ma l’Abruz­zo, non pos­si­amo però fare pre­vi­sioni. Di reale abbi­amo solo l’ev­i­den­za di ques­ta micro-sis­mic­ità, pari a una media di oltre 100 even­ti sis­mi­ci al giorno, tra cui qual­cuno di mag­giore inten­sità per­cepi­to anche dagli abi­tan­ti». Quel­lo recente, infat­ti, è sta­to, avver­ti­to pure sul Bal­do. «La bot­ta sis­mi­ca si è risen­ti­ta mag­gior­mente in Pra­da», spie­ga Male­sani, ram­men­tan­do che l’Osser­va­to­rio sis­mi­co veronese ha 7 stazioni: 3 in cit­tà e due sul Bal­do (a San Zeno di Mon­tagna e in Pra­da), «e mag­gior­mente all’epi­cen­tro, tra Magug­nano di Bren­zone e Assen­za di Male­ce­sine, come con­fer­ma­to dal­lo stes­so Isti­tu­to nazionale di geofisi­ca». Sul Bal­do, in ogni caso, pro­prio la con­ti­nu­ità delle scariche, che sec­on­do Male­sani nel­la regione bena­cense sono cir­ca 3mila l’an­no (non ril­evabili dalle per­sone), salverebbe la situ­azione: «Se fos­se total­mente silen­zioso sarebbe peg­gio», dice Castel­lar­in. «Sono indi­cazioni che la strut­tura è atti­va, che lavo­ra sen­za però dare seg­ni evi­den­ti di tali ces­sione ener­getiche». «Il Bal­do», pre­cisa Male­sani, «come tut­to il nord Europa, risente del­la traslazione del­la plac­ca africana ver­so nord. L’Africa spinge da sud-ovest ver­so nord-est, la plac­ca euro­pea scivola da nord-ovest ver­so sud-est e l’I­talia è pre­sa in una mor­sa. Il Bal­do, la Lessinia e il lago, insom­ma, cos­ti­tu­is­cono un sis­tema geo­logi­co in cui la Lessinia com­prime da sud-est ver­so nord-ovest, men­tre il Bal­do gen­era una con­tro spin­ta da nord-ovest ver­so sud-est (uno dei fron­ti com­pres­sivi sis­mo-geneti­ci è pro­prio nel­la zona del pas­so delle Val­lette di Naole). È cioè in con­tin­ua evoluzione, in cresci­ta», fa sapere, «ma il fa da ammor­tiz­za­tore: per­ciò i ter­re­moti sono mit­i­gati e lievi». Nonos­tante l’ot­timis­mo, non si può scor­dare che nel 1117, Verona fu rasa al suo­lo da un ter­re­mo­to: «Ma in qua­si mille anni non è più suc­ces­so nul­la di sim­i­le», tran­quil­liz­za Castel­lar­in, «alcu­ni episo­di più for­ti si sono ver­i­fi­cati nel 2004, per­cepi­ti sen­si­bil­mente sul­la riv­iera Bres­ciana dove ci furono dan­ni come accadde anche a Bren­zone e Mal­ce­sine», chi­ude Male­sani. Per infor­mazioni c’è il sito: www.osservatoriosismicoveronese.it.

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