mercoledì, Dicembre 4, 2024
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Il Lugana: un bianco che sa invecchiare

Anche Luigi Veronelli ci aveva scommesso

“Bevilo giovane, giovanissimo e godrai della sua freschezza. Bevilo di due o tre anni e ne godrai la completezza. Bevilo decenne, sarai stupefatto della composta autorevolezza. Tu assaggi un Lugana e, se sei un buon assaggiatore, non puoi dimenticarlo”: così il compianto ed amico del Lugana e dei suoi produttori, Luigi Veronelli, amava spesso ricordare le caratteristiche che ne facevano di questo Vino rare virtù soprattutto per le sue peculiarità capaci di farlo apprezzare nelle tre fasi principali della sua vita .E proprio sulla longevità, sulla capacita di resistere nel tempo aumentandone addirittura la complessità delle sue caratteristiche, il Consorzio di Tutela, presieduto da Paolo Fagiani, ha lanciato recentemente, in occasione della recente edizione della “Stella del Garda”, una sorta di scommessa. A bordo del veliero San Nicolò, in navigazione sulle acque del lafo di Garda, uUna ciurma di giornalisti ha provveduto ad assaggiare una dozzina di “vecchi” Lugana riscontrandone le eccezionali doti di conservazione. Non contenti, e sicuri della scommessa, hanno pure puntato sulla longevità dei Lugana prodotti negli ultimi anni dandosi l’appuntamento per il prossimo anno con una nuova degustazione degli stessi vini assaggiati nel 2005.Ancora Veronelli una decina di anni orsono incitava, in occasione della Fiera di Colonia, i giovani produttori a produrre Lugana e subito dopo dimenticarlo: “lo riscoprirete dopo anni come mai avreste pensato, carico di quella complessità di profumi e sapori che mai avreste creduto”. E il grande Maestro ancora una volta aveva ragione. Nacque dopo pochi anni il “Superiore”, che da disciplinare deve essere invecchiato per almeno un anno e che sta ottenendo grande successo ed interesse da parte del pubblico.Recentemente, poi, il Consorzio ha intrapreso un ‘iniziativa con ricerche scientifiche curate dal prof. Attilio Scienza e della sua equipe dell’Università di Milano, che ha portato ad identificare il vitigno generatore del Lugana con una sua connotazione precisa ed inconfondibile ed una sua nuova identità che presto lo porterà a chiamarsi “Turbiana”. “Perché l’han dimostrato scientificamente – scrive Angelo Peretti grande estimatore e scrittore del Lugana –: il vitigno che si coltiva nella Lugana (cinque Comuni, Lonato, Desenzano, Sirmione, Pozzolengo e Peschiera, due regioni Lombardia e Veneto e due Province Brescia e Verona) è un autoctono di lusso, che attecchisce solo lì, mica generico richiamo alla varietà del trebbiano”.Attualmente sono circa un centinaio i soci aderenti al Consorzio di Tutela, con una superficie coltivata di oltre 700 ettari ed una produzione di complessiva di circa 50.000 ettolitri di vino per un totale di oltre 5.000.000 bottiglie prodotte fra Lugana Base, Superiore e spumantizzato.

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