lunedì, Ottobre 2, 2023
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Cento cascine da «proteggere»

«Schedare» le cascine bres­ciane per sti­lare un clas­si­fi­ca delle cen­to di mag­gior pregio.Un cen­si­men­to che potrà diventare la leva per il rilan­cio delle attiv­ità rurali o un ulte­ri­ore volano per lo svilup­po cul­tur­ale e tur­is­ti­co del­la provin­cia. Sono gli obi­et­tivi del pro­to­col­lo d’intesa fir­ma­to ieri mat­ti­na in Bro­let­to da Alber­to Cav­al­li, pres­i­dente del­la Provin­cia e mon­sign­or Anto­nio Fap­pani, pres­i­dente del­la Fon­dazione civiltà bres­ciana. Il prog­et­to, del­la dura­ta di due anni, mette a dis­po­sizione di un’equipe di esper­ti la som­ma di 120 mila euro del bilan­cio provin­ciale per la com­pi­lazione di schede tec­niche sull’ingente pat­ri­mo­nio urban­is­ti­co del­la cam­pagna bres­ciana. La Fon­dazione, invece, s’incarica di atti­var­si per reperire da enti pub­bli­ci o pri­vati gli altri 180 mila euro nec­es­sari per coprire il cos­to com­p­lessi­vo. L’indagine coin­vol­gerà ben 104 comu­ni: 78 in pia­nu­ra e 26 in mon­tagna, con esclu­sione dei municipi ricom­pre­si nelle Comu­nità mon­tane. L’esplorazione non parte al buio, ma con l’ausilio dalle car­tografie già in pos­ses­so del­la Provin­cia, per giun­gere ad un quadro gen­erale sulle architet­ture rurali più sig­ni­fica­tive. Un modo anche per inte­grare il con­tenu­to del Piano ter­ri­to­ri­ale di coor­di­na­men­to provin­ciale e, nel caso, apporre le oppor­tune mod­i­fiche. Il nes­so «cascine e ter­ri­to­rio» binomio inscindibile impone l’estensione del­la ricer­ca anche sul­la cor­nice degli ele­men­ti cir­costan­ti ricom­pre­si nel capi­to­lo «agri­coltura». Tor­ri, colom­baie, palazzi padronali, chiese e san­telle sono i con­tenu­ti sul ver­sante urban­is­ti­co che dovrà per forza scon­finare nell’esame degli intri­cati sis­te­mi idri­ci, nel­la vari­età delle pros­per­ità arbor­ree e nei pae­sag­gi del­la provin­cia. Rig­ore sci­en­tifi­co e ampio respiro per una com­pi­lazione che ambisce ad essere anche un trat­ta­to sul­la tradizione bucol­i­ca bres­ciana. Il pro­to­col­lo siglato rap­p­re­sen­ta così l’occasione per val­oriz­zare il «set­tore pri­mario», non solo il più longe­vo del­la provin­cia, ma anche il com­par­to che sul ter­ri­to­rio può vantare una ric­chez­za stor­i­ca sen­za eguali. Le sec­o­lari tradizioni e la speci­ficità del­la cul­tura con­tad­i­na locale con­sentono di con­sid­er­are tale ambito come la trave por­tante dell’identità bres­ciana. In ques­ta prospet­ti­va sarà impos­si­bile scindere lo stu­dio dei man­u­fat­ti dal con­testo socio-eco­nom­i­co delle zone. Alber­to Cav­al­li con­sapev­ole dell’ambizione del prog­et­to, con­fer­ma la pre­cisa inten­zione di «risco­prire i luoghi del­la lavo­razione agri­co­la, le attiv­ità e la prob­lem­atic­ità del­la casci­na nell’epoca mod­er­na». Una filosofia sul­la quale si potran­no innestare inizia­tive future tese a ripen­sare il ruo­lo dei luoghi dell’agricoltura, oggi teatro di abban­doni dan­nosi per l’intero set­tore eco­nom­i­co. Ma la ricadu­ta sul ter­ri­to­rio è pre­vista fin dal­la pre­sen­tazione delle prime schede. «La casci­na — spie­ga Aris­tide Peli, asses­sore al ter­ri­to­rio e ai parchi — con­ser­va aspet­ti rurali, ma anche cul­tur­ali e sociali». Su quest’ultimi è riv­ol­ta l’attenzione dei pri­mi pas­si da parte dell’amministrazione provin­ciale, all’indomani delle ril­e­vazioni. «Se una trasfor­mazione a venire richiede tem­pi più lunghi — con­fer­ma Peli — la prog­et­tazione di per­cor­si cul­tur­ali e tur­is­ti­ci sulle aree map­pate sarà agevola­ta pro­prio dai risul­tati del­la ricer­ca». Provin­cia e Fon­dazione civiltà bres­ciana sono i sogget­ti fir­matari dell’intesa che impli­ca comunque il coin­vol­gi­men­to di altri enti per un lavoro a più voci, cal­i­bra­to sec­on­do le diverse com­pe­ten­ze. Con gli attori dell’accordo sarà schier­a­ta anche la part­ner­ship di Regione, asses­so­rati del Tur­is­mo, Attiv­ità pro­dut­tive e Cul­tura, Cam­era di Com­mer­cio, Soprint­en­den­za e Ordi­ni pro­fes­sion­ali. Un pool di esper­ti e di enti impeg­nati a riper­cor­rere gli itin­er­ari dell’«Albero degli zoc­coli».

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