giovedì, Maggio 2, 2024
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Colture transgeniche Lonato a favore di una agricoltura senza manipolazioni

Con l’assessore Paolo Marcoli

Agricoltura transgenica? Un no deciso arriva anche da Lonato. Nei progetti dell’assessore Paolo Marcoli, che oltre a seguire il delicato comparto del commercio lonatese (alle prese con la grande distribuzione) deve vedersela anche col mondo agricolo, questo divieto diventerà un impegno concreto. E comunque questo sarà il primo tema forte che sarà affrontato dalla commissione Agricoltura, che è stata costituita proprio in questi giorni. A presiederla c’è lo stesso assessore alle Attività produttive Paolo Marcoli, che sarà in compagnia di Marco Boschetti in rappresentanza del consiglio comunale, e di Innocenzo Menapace, agricoltore di Esenta col compito di rappresentare la Coldiretti. Poi ancora Agostino Lana, titolare di un’azienda agricola a Madonna della Scoperta e rappresentante della Confederazione italiana agricoltori, e infine Pierino Baresi che coltiva i campi alla Bettola e rappresenta l’Unione provinciale agricoltori. Nessuna discriminazione, come vediamo, nei confronti delle sigle sindacali. «Ci metteremo presto al lavoro – assicura l’assessore – per fotografare la realtà agricola lonatese. I singoli problemi, le aspettative delle varie imprese, le lamentele e le richieste. Insomma, un dialogo che io voglio riaprire con un settore che rappresenta ancora una discreta fetta dell’economia locale». Lonato, in effetti, è da sempre terra di confine arricchita da molteplici realtà, con una economia febbrile e sfaccettata. Ecco così convivere l’acciaieria con le serre, la mega discoteca con le cave, la stalla modello con gli insediamenti artigianali. E l’agricoltura conserva comunque un certo ruolo. Cinquant’anni fa gli addetti erano il 55 per cento della popolazione attiva; il 24 era costituito dagli addetti all’industria e alle costruzioni, mentre il 10 dagli addetti al commercio. Ora i rapporti sono completamente cambiati e l’agricoltura assorbe circa il 15 per cento della manodopera. L’amministrazione comunale vuole però un’agricoltura di qualità, e soprattutto «pulita», rispettosa degli equilibri ecologici e possibilmente con un minimo impiego della chimica. «Vogliamo diventare – conclude Marcoli – un Comune antitransgenico, così come altre città in tutta Italia stanno già scegliendo precisi indirizzi in questa direzione. Certo, l’ultima parola spetterà al consiglio comunale, che dovrà valutare l’intero progetto». Non bisogna infine trascurare che Lonato potrebbe avere un ruolo pilota, ospitando già la sede dell’associazione lombarda per l’agricoltura biologica e biodinamica «La buona terra». Proprio un mese fa, il ministro delle Politiche agricole e forestali Alfonso Pecoraro Scanio, presenziando all’inaugurazione dei locali dell’associazione, dichiarò l’interesse crescente che lo Stato coltiva nei confronti di chi produce biologico, e in generale rispetto alle tecniche produttive a basso impatto ambientale. Roberto Darra

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