Ma cosa sono le incisioni rupestri e qual’è la loro storia? Gli studi sono iniziati nel 1964 quando, di ritorno da un viaggio in Valcamonica per vedere i graffiti camuni, il professor Mario Pasotti di Garda ebbe l’idea di cercare questi segni anche sulle rocce benacensi. E fu una intuizione che si rivelò in tutta la sua importanza. Infatti, prevalentemente nei territori di Garda, Torri, Brenzone, Costermano, Malcesine e San Zeno, lo studioso riuscì a reperire importanti graffiti. Da subito venne coinvolto il Museo civico di storia naturale di Verona che, costituito un gruppo di lavoro guidato da Pasotti, avviò un’opera di catalogazione delle rocce, oltre che la riproduzione in scala di tutte le incisioni. Queste, ad oggi, sono distribuite su una superficie di 40 chilometri quadrati, coprono 300 rocce, per un totale di oltre 6000 incisioni. Dal gruppo di lavoro di Pasotti si distinse ben presto il professor Fabio Gaggia di Garda, ancor oggi il prosecutore dell’opera di Pasotti e probabilmente il massimo esperto delle incisioni. Suo un libro del 1982, ripreso e integrato nel 2002 con il titolo «Graffiti sul Garda», che costituisce il volume più esauriente sull’argomento. Delle incisioni fatte sui liscioni, le grandi rocce che dominano la fascia costiera da Garda a Malcesine, Gaggia ha una conoscenza straordinaria ed è perciò coinvolto dal Progetto incisioni di Torri e Garda. I graffiti raffigurano molti aspetti, dalle armi ai cavalieri, a scene di vita, ad animali, croci, guerrieri e quant’altro, e sono di difficile datazione. Dall’età del ferro all’età moderna, le incisioni rupestri hanno da sempre costituito un modo in cui l’uomo ha cercato di rendere immortali aspetti della propria vita, lasciando ai posteri uno specchio inconscio della realtà temporale. A queste raffigurazioni è dedicata una intera sala all’interno del Museo del Castello scaligero di Torri nel quale si possono vedere dei calchi in gesso e in altro materiale delle principali incisioni.
Ma cosa sono le incisioni rupestri e qual’è la loro storia? Gli studi sono iniziati nel 1964 quando, di ritorno da un viaggio in Valcamonica per vedere i graffiti camuni,
Da Pasotti fino a Gaggia quarant’anni di studi sugli antichi gardesani
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