La salute del lago al centro di due interrogazioni a risposta scritta presentate in questi giorni da Umberto Chincarini. La prima è stata indirizzata al presidente del Consiglio e al ministro per le Riforme istituzionali cui il parlamentare chiede «se non ritenga di trasferire alle Regioni Veneto, Lombardia ed alla Provincia autonoma di Trento la competenza totale ed esclusiva sulle acque del lago di Garda e sulle sue sponde» affidando a questi enti «adeguate risorse finanziarie». «L’obiettivo», spiega Chincarini, «è quello di porre fine all’anacronistico ed inquietante palleggiamento di mansioni e competenze che ha sin qui contraddistinto, a giudizio dell’interrogante, la tutela e la cura del più grande e bel lago d’Europa». La seconda interrogazione, sempre a risposta scritta, è stata, invece, indirizzata ai ministri dei Lavori Pubblici, dell’Ambiente e per gli Affari regionali: a loro Chincarini si è rivolto riprendendo in sintesi la storia dei livelli delle acque gardesane e della sua regolamentazione, mai stabilita dal ministero dei Lavori Pubblici che, nel lontano 1957, aveva delegato questo compito ad un’apposita commissione. Il parlamentare ricorda come «negli ultimi anni la regolazione dei livelli delle acque del Garda è al centro di numerose polemiche, dibattiti, convegni ed interrogazioni parlamentari a mia firma» sfociate nei giorni 14 e 15 giugno scorsi «in due incontri tenutisi presso l’assessorato all’Ecologia della Provincia di Verona e la prefettura di Verona, che hanno confermato l’imbarazzante vuoto istituzionale nella materia». «Nel decreto ministeriale 10597 del 18.06.57 era scritto», sottolinea Chincarini, «la commissione ha ovvviamente carattere temporaneo e ad essa dovrà subentrare un ente, con opportuna veste giuridica, che provvederà permanentemente alla regolamentazione del lago di Garda ed alla manutenzione del relativo manufatto…». Chincarini chiede, quindi «come e quando verrà data attuazione al decreto ministeriale 10.597 del 18.06.57; come e quando siano state tenute in conto dal magistrato alle acque di Mantova, dal 1996 ad oggi, le sollecitazioni del consorzio del Mincio circa le operazioni di apertura e chiusura dello sbarramento idraulico di Salionze». E il parlamentare conclude domandando «se non si ritenga subito di rinominare la commissione per l’esercizio della regolazione dei livelli delle acque del lago di Garda, sostituendo i rappresentanti degli enti soppressi con quelli delle province di Brescia, Mantova e Verona, con i sindaci di Sirmione , Riva del Garda e Peschiera nonché con i presidenti della Regione Veneto e Lombardia destinando modeste ma concrete risorse finanziarie atte al suo finanziamento».
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«Troppi vogliono salvare il lago»: due interrogazioni del sindaco sulla salute e sui livelli delle acque gardesane
«Deve finire per sempre il palleggiamento delle competenze»
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