lunedì, Aprile 29, 2024
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Il restauro della chiesa sarà finito in aprile Per qualche giorno bavaglio alle campane

Donato dagli alpini il nuovo pavimento della parrocchiale

Le penne nere sono arrivare sull’altare. La loro meta era infatti mettere mano al pavimento dell’altare maggiore e all’abside della chiesa parrocchiale dei Santi Martino e Zenone, e ci sono riusciti. Sono stati ultimati, proprio in questi giorni, i lavori di posa delle grandi lastre di marmo bianco e rosso Verona, a cura della impresa edile Francesco Lavelli, nell’abside, nel coro, e sull’altare maggiore della chiesa parrocchiale, i cui lavori di restauro sono in corso ormai da oltre due anni. E sono stati proprio gli alpini, quelli del gruppo di Lazise, a finanziare e a volere che una parte della rinnovata chiesa parrocchiale avesse perenne il timbro delle penne nere locali. Grazie ad un accordo fra alpini, parroco e Soprintendenza ai beni architettonici di Verona è stato possibile realizzare questo sogno. «Ormai siamo agli sgoccioli», ha dichiarato il parroco, don Edoardo Sacchella, «e tra qualche mese finalmente vedremo la chiesa in tutta la sua bellezza». Sono in fase di ultimazione, infatti, anche i restauri nella sacrestia e nella zona oratorio. Ultimata definitivamente l’abside, ci sarà modo di ricollocare il meraviglioso organo a canne, ormai restaurato e revisionato grazie al contributo di fedeli benefattori. Il ritorno dell’organo consentirà anche alla schola cantorum di eseguire il proprio repertorio con maggiore intensità. Si stanno delineando anche le nuove linee portanti del rinnovato teatro parrocchiale, attiguo alla chiesa. Gli alacri interventi dell’impresa restauratrice consentiranno anche a questo luogo di riprendere la sua vera fisionomia offrendo quindi la possibilità di un agevole utilizzo per tutte quelle attività ricreative e culturali che sono tutt’uno con l’attività pastorale della parrocchia. L’impegno finanziario è rilevante, ma la generosità dei lacisiensi è sempre stata un vero e proprio vanto. I lavori stanno provocando però anche qualche problema temporaneo. Da qualche giorno le campane sono mute e lo resteranno per un paio di settimane. Non si sentiranno scandire le ore diurne e notturne e non si sentirà il richiamo alle funzioni religiose della giornata e nemmeno l’Ave Maria o l’ora de note. E questo non perché il parroco o il sagrestano abbiano cambiato abitudini. Tutt’altro. Purtroppo la centralina che fa muovere l’impianto campanario della chiesa parrocchiale è in riparazione. «L’operazione», ha detto il parroco, «si è resa indispensabile in quanto i lunghi lavori di restauro della chiesa hanno prodotto una notevole quantità di polvere, tale da indurre i tecnici ad attivarsi per la totale revisione dell’impianto». Il suono delle campane ritornerà, più completo e squillante di prima, verso la fine del mese di febbraio, al massimo nei primi giorni di marzo qualora si incontrassero degli inconvenienti nelle operazioni di revisione dei meccanismi della torre campanaria. Con questa operazione si sta sempre più chiudendo il cerchio per portare a compimento i grandi lavori di restauro del tempio dedicato a San Martino e San Zenone, risultati ben più complessi delle previsioni e dilatatisi nel tempo più del previsto. Gli addetti ai lavori stimano di poter concludere ogni pendenza entro le festività pasquali e quindi entro l’avvio della stagione turistica.

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