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Puntuali come un orologio svizzero Polpenazze e la Valtenesi si apprestano a vivere, e convivere, uno dei momenti più importanti della propria realtà: la «Festa del vino».

Festa o Sagra? Il protagonista rimane sempre il vino

Puntuali come un orologio svizzero Polpenazze e la Valtenesi si apprestano a vivere, e convivere, uno dei momenti più importanti della propria realtà: la «Festa del vino». In questo 2000, salutato da tutti come data storica e ricca di poteri evocativi, la festa di primavera compie i suoi 51 anni di presenza nel panorama enoico gardesano anche se va sottolineato che da qualche tempo la festa stessa ha visto trasformare anche la sua iniziale denominazione in «Fiera del Vino Doc Garda Classico». Un avvenimento, quest’appuntamento gardesano, che è capace di trasformare questa piccola località in un paese di dimensioni decisamente maggiori, anche se per la verità solamente per alcuni pochi giorni. Quattro infatti sono le giornate in cui la macchina espositiva girerà a pieno regime senza lasciare nulla al caso, nulla all’improvvisazione e soprattutto nulla al caos. Tutto sotto controllo quindi anche se per la verità nelle due giornate clou, oggi e domani, sarà assai difficile evitare tutti quegli inconvenienti, oramai abitudinari e di difficile eliminazione, che una fiera, in tutte le parti e di qualsiasi tipologia la si realizzi, comporta. Il vino si sa, nettare di Bacco, di norma va degustato (solamente l’acqua o qualche bibita edulcorata si beve). Una buona bevuta per la verità non ha mai fatto male a nessuno, ma la parsimonia deve sempre regnare per la propria ed altrui incolumità. Polpenazze insegna, che, come accadeva alcuni anni fa, gli eccessi portavano a mettere in serio pericolo il tranquillo passeggiare di persone, coppie e famiglie oltre che all continuazione per gli anni a venire della stessa manifestazione. Maggiori controlli e maggiori limitazioni nella mescita hanno saputo migliorare l’insieme della manifestazione. Oggi la Fiera del Vino di Polpenazze è una manifestazione espositiva in cui era possibile non solo degustare la quasi totalità dei vini del Garda bresciano, ma godere anche d’un momento di aggregazione rilassante. I visitatori possono infatti accomodarsi ad uno di quei lunghi tavoloni predisposti nella zona ristoro, ed assaggiare dell’ottimo spiedo o altre leccornie tipiche, nell’assoluta tranquillità ed immersi in quella indefinibile atmosfera che una sagra, o festa di paese, può dare. Nota di merito a tutti quanti in questi giorni, ed in quelli che hanno preceduto l’avvio della Fiera, hanno lavorato con quello spirito di volontariato, che ben difficilmente si trova in altri luoghi. I componenti del gruppo folcloristico de «La Carata», ad esempio, che con i loro costumi si prodigano in tutto e per tutto. C’è pio il comitato direttivo, presieduto da Giuseppe Turrina e coordinato da Francesco Bottarelli, da diversi mesi al lavoro nel difficile compito di predisporre ogni piccolo avvenimento. Bisogna ricordare anche i vari gruppi e commissioni presenti ed operanti in tutte quelle mansioni difficilmente delegabili ad altri. Insomma un lavoro di équipe che negli ultimi anni, dopo un periodo difficile coinciso con la perdita di interesse da parte proprio degli stessi produttori ha portato la nell’olimpo degli appuntamenti più attesi.

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