giovedì, Novembre 30, 2023
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Galante, il racconto dell’olocausto

Il salo­di­ano Luciano Galante ha allesti­to una venti­na di pan­nel­li che com­por­ran­no la mostra orga­niz­za­ta dal­la di Polpe­nazze in occa­sione del­la gior­na­ta del­la memo­ria. L’in­au­gu­razione avver­rà domani alle 20. Si inizia dal­la pre­sa del potere di Hitler, nel ’33, le leg­gi razz­iali e l’in­ter­na­men­to nei campi di lavoro di ebrei e dis­si­den­ti politi­ci. Poi il pat­to d’ac­ciaio con Ben­i­to Mus­soli­ni, e le restrizioni in Italia: le cen­sure cin­e­matogra­fiche e teatrali, le pres­sioni per ret­ti­fi­care i nomi di ispi­razione social­ista come Ribelle o Comu­nar­do, gli ebrei can­cel­lati dalle guide tele­foniche, pri­vati del dirit­to di guidare i taxi o di entrare negli enti di pro­tezione degli ani­mali. C’è la map­pa dei lager. Le foto di ras­trel­la­men­ti, arresti, sof­feren­ze. Le camere a gas, le poe­sie, i dis­eg­ni dei bam­bi­ni di Terezin. E Fos­soli, il cam­po di smis­ta­men­to vici­no a Carpi, dove è pas­sato anche Pri­mo Levi. Scor­rono le immag­i­ni di Ravens­bruck, che accoglie­va solo donne, Mau­thausen, Dachau, Bergen Belsen e Auschwitz. Subito dopo l’en­tra­ta in guer­ra degli Sta­ti Uni­ti, la pro­pa­gan­da ital­iana e tedesca colpì con par­ti­co­lare vio­len­za gli ebrei amer­i­cani. Ci sono i tru­cu­len­ti man­i­festi di Boc­casile, il cele­bre dis­eg­na­tore delle sig­norine gran­di firme che, arresta­to dai par­ti­giani bres­ciani, mise imme­di­ata­mente la sua mati­ta al servizio dei nuovi vinci­tori. I decreti di con­fis­ca dei beni, pub­bli­cati sul­la Gazzetta uffi­ciale del­la Rsi, stam­pa­ta a Bres­cia. Le pagine del «Cor­riere di Infor­mazione» del mag­gio ’45, che par­lano del trasporto di una set­tan­ti­na di salme da Fos­soli a . E il proces­so di Norim­ber­ga, con i ger­ar­chi nazisti, le fac­ce dei boia, l’avve­le­na­men­to di Himm­ler. Non man­cano i dis­eg­ni di Agosti­no Bar­bi­eri, di Desen­zano, inter­na­to a Mau­thausen. La mostra, volu­ta in par­ti­co­lare dal­l’asses­sore comu­nale Maria Rosa Avanzi­ni e dal pres­i­dente del­la bib­liote­ca Arse­nio Pala­m­one, rimar­rà aper­ta una deci­na di giorni. Nel peri­o­do ’43–45, gio­vanis­si­mo, Galante è sta­to tes­ti­mone delle vicende del­la Rsi, che han­no avu­to come epi­cen­tro Salò e il Lago. Con­sapev­ole del­la ril­e­van­za stor­i­ca di quegli even­ti, ha com­in­ci­a­to a svol­gere un’­opera di ricer­ca costante e min­uziosa sul ter­ri­to­rio. Atten­to fre­quen­ta­tore dei mer­cati di anti­quar­i­a­to, ha costru­ito un archiv­io ric­co di mate­ri­ale ined­i­to. Ha sco­v­a­to, ad esem­pio, le foto del Duce con l’am­bas­ci­a­tore Rahn, e il ritrat­to con ded­i­ca las­ci­a­to dal gen­erale amer­i­cano Truscott a Livia Borgh­ese Cavaz­za, che lo ave­va ospi­ta­to all’iso­la, tra San Felice e Gar­done Riv­iera. Frut­to del lavoro di Galante, i volu­mi «Salò negli anni del­la Resisten­za», pub­bli­ca­to nel ’90 e pre­sen­ta­to alla Fiera del libro di Tori­no, «La pre­sen­za mil­itare tedesca sul­la cos­ta occi­den­tale del Gar­da» (tradot­to anche in tedesco, elen­ca le ville e gli alberghi asseg­nati a min­is­teri e coman­di mil­i­tari, o trasfor­mati in ospedali) e «Accade­va tra il 1915 e il ’45», aspet­ti curiosi per com­pren­dere meglio il sapore del­l’e­poca. Di alto val­ore umano l’in­con­tro di Luciano con le comu­nità ebraiche di Verona e Venezia, e con 40 stu­diosi arrivati dal­la Ger­ma­nia per vedere i campi di con­cen­tra­men­to e i luoghi delle stra­gi: Marz­abot­to, Fos­soli, Bolzano.

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