Il salodiano Luciano Galante ha allestito una ventina di pannelli che comporranno la mostra organizzata dalla biblioteca di Polpenazze in occasione della giornata della memoria. L’inaugurazione avverrà domani alle 20. Si inizia dalla presa del potere di Hitler, nel ’33, le leggi razziali e l’internamento nei campi di lavoro di ebrei e dissidenti politici. Poi il patto d’acciaio con Benito Mussolini, e le restrizioni in Italia: le censure cinematografiche e teatrali, le pressioni per rettificare i nomi di ispirazione socialista come Ribelle o Comunardo, gli ebrei cancellati dalle guide telefoniche, privati del diritto di guidare i taxi o di entrare negli enti di protezione degli animali. C’è la mappa dei lager. Le foto di rastrellamenti, arresti, sofferenze. Le camere a gas, le poesie, i disegni dei bambini di Terezin. E Fossoli, il campo di smistamento vicino a Carpi, dove è passato anche Primo Levi. Scorrono le immagini di Ravensbruck, che accoglieva solo donne, Mauthausen, Dachau, Bergen Belsen e Auschwitz. Subito dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti, la propaganda italiana e tedesca colpì con particolare violenza gli ebrei americani. Ci sono i truculenti manifesti di Boccasile, il celebre disegnatore delle signorine grandi firme che, arrestato dai partigiani bresciani, mise immediatamente la sua matita al servizio dei nuovi vincitori. I decreti di confisca dei beni, pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Rsi, stampata a Brescia. Le pagine del «Corriere di Informazione» del maggio ’45, che parlano del trasporto di una settantina di salme da Fossoli a milano. E il processo di Norimberga, con i gerarchi nazisti, le facce dei boia, l’avvelenamento di Himmler. Non mancano i disegni di Agostino Barbieri, di Desenzano, internato a Mauthausen. La mostra, voluta in particolare dall’assessore comunale Maria Rosa Avanzini e dal presidente della biblioteca Arsenio Palamone, rimarrà aperta una decina di giorni. Nel periodo ’43–45, giovanissimo, Galante è stato testimone delle vicende della Rsi, che hanno avuto come epicentro Salò e il Lago. Consapevole della rilevanza storica di quegli eventi, ha cominciato a svolgere un’opera di ricerca costante e minuziosa sul territorio. Attento frequentatore dei mercati di antiquariato, ha costruito un archivio ricco di materiale inedito. Ha scovato, ad esempio, le foto del Duce con l’ambasciatore Rahn, e il ritratto con dedica lasciato dal generale americano Truscott a Livia Borghese Cavazza, che lo aveva ospitato all’isola, tra San Felice e Gardone Riviera. Frutto del lavoro di Galante, i volumi «Salò negli anni della Resistenza», pubblicato nel ’90 e presentato alla Fiera del libro di Torino, «La presenza militare tedesca sulla costa occidentale del Garda» (tradotto anche in tedesco, elenca le ville e gli alberghi assegnati a ministeri e comandi militari, o trasformati in ospedali) e «Accadeva tra il 1915 e il ’45», aspetti curiosi per comprendere meglio il sapore dell’epoca. Di alto valore umano l’incontro di Luciano con le comunità ebraiche di Verona e Venezia, e con 40 studiosi arrivati dalla Germania per vedere i campi di concentramento e i luoghi delle stragi: Marzabotto, Fossoli, Bolzano.