martedì, Aprile 30, 2024
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Gli alpini ricordano Vittorio Trento Bozzini

Quattro anni fa, nell’aprile del 2009, moriva Vittorio Trento Bozzini, il “professore”.

Per ricordare l’uomo “della parola e non delle parole” il gruppo alpini di Lazise ha deciso di proiettare un filmato di oltre un’ora, realizzato da Francesco Tumicelli per conto del circolo culturale Mario Balestrieri della sezione alpini di Verona, che verrà proiettato sabato 6 aprile alle 21,00 presso il centro giovanile parrocchiale.

Il documentario, dal titolo emblematico di “Prigionieri Italiani” riporta la scritta vergata in rosso all’entrata del cimitero dei soldati italiani in terra Russa. Nella sostanza riporta spezzoni di filamati della imnmane tragedia della ritirata di Russia, dal Don a Nikolajevka, il ghiaccio, la neve, la morte, la prigionia degli italini presso l’esercito russo.

Vittorio Trento Bozzini, mentre scorrono le tremende immagini di quell’inferno della disfatta russa, si racconta, racconta, con la sua voce possente eaggettivata, l’odissea personale nei campi di lavoro sovietici. Riporta, ricompone, descrive le immagini crude, la vita vissuta, la morte in faccia, le uccisioni, l’alienazione fisica e mentale degli uomini che con addosso la divisa italiana cercavano in ogni modo ed in ogni maniera di ritoirnare alla madre Patria, ma soprattutto – come ben recita Bozzini- dalla “mamma” e quindi a casa.

Vittorio BozziniLa voce commovente, chiarissima, decisa del ” Trento” che verga verbalmente quanto ha scritto nel suo libro “Neve Rossa” che narra in maniera limpida e cruda i sovrumani patimenti che ha subito un alpino nel corso di quella allucinante stagione della vita.

“Dire che ci commuove la sua voce, il suo presentare quella storia, a quattro anni dalla morte è dire dire nulla – spiega il presidente emerito del gruppo alpino lacisiesne Carlo Parolini – anche se molti di questi flasch li abbiamo sentiti raccontare più volte quando era in vita.Il materiale raccolto e consegnato a Tumicelli perchè ne realizzasse un video a perenne mermoria del “profe” era gelosamente custodito da me e dagli alpini di Lazise. Ma lo abbiamo consegnato con grandissima gioia perchè potesse essere un ricordo fulgidissimo di Vittorio.”

“Vittorio Bozzini che è stato sindaco di Lazise nel dopoguerra, insegnante, preside, donatore di sangue, ma soprattutto reduce di Russia e uomo vero, forte, deciso, alpino a 360 gradi – spiega il neo presidente Stefano Bergamini – doveva assolutamente essere ricordato a quattro anni dalla sua scomparsa. E noi alpini di lui non possiamo dimenticare nulla. Nulla in assoluto. Ma anche Lazise deve essere riconoscente a questo “roccia” che ha saputo ritornare dalla mamma ma che ha saputo lavorare per la comunità, per la nazione, per una società giusta e pacifica. Le sue ultime parole nel filmato sono dedicate ai ” galantuomini” e lui sicuramente lo è stato. Ecco perchè abbiamo chiesto all’amministazione comunale che a lui venga dedicata una via o una piazza nella sua mata Lazise.”

“Sentire la voce di mio padre, vederlo ancora vivo e pieno di vita, raccontare quegli immani patimenti vissuti sulla sua pelle- spiega la figlia- mi hanno fatto piangere per tutta la proiezione del filmato. Posso dire che è un lavoro egregio e che gli alpini dimostrano che lo hanno sempre amato e che lo amano ancora. Del resto lui ha vissuto tutta la sua vita per gli alpini, per le istituzioni, per la famiglia, per Lazise. Orgogliosa di esserne figlia.”

Sergio Bazerla

 

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2 Commenti

  1. Salve
    Avrei bisogno di contattare il prof. Tumicelli Francesco.
    Potete aiutarmi? Sono un suo ex alunno e vorrei rivederlo
    Grazie e scusate se l’argomento è inadatto

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