Scenderanno dal cielo i particolari pellegrini che arriveranno domani alla Madonna della Corona. Per il Gal (Gruppo alti Lessini), presidente Gianluca Benedetti, un sodalizio che pratica soprattutto speleologia, ma anche torrentismo, escursionismo, alpinismo, roccia, con sede, dopo tanto peregrinare, nell’ex scuola elementare di Ronconi (Sant’Anna d’Alfaedo), il ritrovarsi al Santuario della Madonna della Corona è diventato una tradizione.Succede da quando, nel 1985, don Giovanni Birtele, allora parroco di fresca nomina a Fosse, lanciò l’idea, subito raccolta dai soci del neonato Gal, di chiudere l’anno di attività con una uscita che avrebbe avuto per meta il santuario mariano incastonato a 774 metri sul livello del mare fra gli strapiombi rocciosi del Baldo orientale, palestra per una mattinata di inconsuete discese. Don Giovanni, l’ideatore dell’iniziativa, ora parroco di Roveré, è sempre stato presente alla simpatica manifestazione.Ancorate le corde nel punto in cui per secoli, in mancanza di altre vie di accesso, attraverso un ingegnoso, complicato sistema di argani (i congegni dentati in legno sono ancora lì a testimoniarlo) furono calati materiali e persone, gli uomini degli abissi, per una volta alpini alla rovescia, scenderanno, con un volo frenato di una sessantina di metri, sul piazzale del santuario mariano, reso ancora più famoso dalla visita, nel 1988, di Papa Giovanni Paolo II. Poi la messa.
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Domani tradizionale appuntamento degli alpinisti della Lessinia. Si caleranno al santuario dalla parete che lo sovrasta
I pellegrini del cielo alla Corona
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