martedì, Febbraio 11, 2025
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Ritorno al passato per la Sardellata. Nella tradizionale festa notturna ripristinato il concorso delle barche illuminate e la distribuzione di pesce cotto alla secca del Pal del Vò

Il 4 luglio si rievoca l’antica usanza

La novità è che si torna al passato. L’edizione 2001 della Sardellata, la tradizionale cena notturna in mezzo al lago, prevede il ripristino sia del concorso delle barche addobbate e illuminate, sia della distribuzione di pesce presso la secca del Vò. A darne l’annuncio è l’assessore al turismo del comune di Garda, Antonio Pasotti. «Con la riproposizione del concorso e della distribuzione delle sardelle a chi partecipa a bordo delle imbarcazioni private», dice Pasotti, «intendiamo tornare a valorizzare due degli elementi caratterizzanti della più autentica tradizione della Sardellata al Pal del Vò». L’appuntamento è per la notte del 4 luglio. Il programma non è ancora definito nel dettaglio, ma in linea di massima alle 21 dal molo di Garda salperà la motonave Tonale, che porterà al largo, sino nella zona del promontorio sommerso del Vò’, turisti e autorità. A bordo musica e gastronomia. Dalle località rivierasche dovrebbero invece convergere al Vò le imbarcazioni private pavesate a festa: piccole barche da pesca e motoscafi. Nei pressi del Pal del Vò dovrebbe svolgersi la distribuzione delle sardelle. E alle 23.30 a concludere la festa ci sarà lo spettacolo di fuochi d’artificio. La Sardellata avrà però anche un lungo prologo già a partire dal primo luglio: per tutte e quattro le prime sere del mese in largo Europa (il piazzale nei pressi dell’hotel Terminus) saranno in funzione i chioschi gastronomici. Insomma, anche chi resterà a terra potrà in qualche modo partecipare a questa sorta di rito turistico-popolare. La Sardellata al Pal del Vò è da anni uno degli eventi di maggior fascino dell’estate gardesana. Si tratta della rilettura in forma moderna della vecchia usanza di consumare il pesce al largo nelle notti delle mitiche battute di pesca dei tempi andati. A promuovere e animare le prime sardellate, negli anni Venti, furono personaggi del calibro di Berto Barbarani e Angelo Dall’Oca Bianca, esponenti di spicco della Verona culturale dell’allora. Il Vò all’epoca lo si raggiungeva a bordo della «Marola», vecchio barcone da trasporto. Vicino all’antico palo di legno che affiorava a indicare il punto esatto della cima del monte sommerso si friggevano le sardelle. Quella del Vò era un’area importante per il mondo della pesca, perché era qui che si catturavano i quantitativi maggiori di sardelle, il «pesce provvidenza» capace di garantire la sussistenza di ampia parte delle famiglia di Garda. Su quel pescoso promontorio subacqueo vantano tuttora secolari diritti di pesca le Corporazioni degli antichi Originari di Garda e di Torri, anche se oggi non è più la pesca a dover assicurare di che vivere alle famiglie della riviera. Ma adesso che siamo nell’età del turismo, anche gli usi antichi del mondo dei pescatori possono divenire attrattiva per i villeggianti, cui viene offerto il fascino di questa sorta di magico rito notturno collettivo a metà lago, fra San Vigilio e Manerba. E se la notte è serena, pare di stare in mezzo a un presepio, rischiarato qui e là dai lumi delle stelle, delle case di riviera e delle barche che raggiungono il Vò.

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