martedì, Aprile 30, 2024
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Ha resistito agli assalti di Molinari padre negli anni Sessanta e al terremoto del 1976: ora capitola. Il restauro di Palazzo Salvadori restituisce luce a via Lipella

Il muro del pianto ha le ore contate

Voleva giustamente dare un po’ di respiro ad una parte grigia del centro storico…Però il famoso muraglione di via Lipella non era riuscito a buttarlo giù, parecchi decenni fa, nemmeno l’indimenticabile sindaco Egidio Molinari, che pure era testardo. A sbarrargli il passo era stato un altro personaggio tostissimo: il sovrintendente alle Belle Arti Camillo Rasmo, sordo alle lamentazioni rivane, secondo le quali la muraglia di sassi e malta non aveva nessun valore artistico, ma era semplicemente una brutta barriera tirata su a fine Ottocento, senza alcuna grazia, ma soltanto allo scopo di nascondere alla vista dei vicini palazzi, le belle dame di casa Salvadori, che prendevano il fresco nel giardino della nobile residenza. Neanche il terremoto di S.Lucia del lontano 1976, terremoto che lo aveva reso pericolante e diroccato, riuscì a demolire il fatidico muro. Tanto è vero che da allora, l’orrendo manufatto se ne sta lì come un brutto anatroccolo mummificato, sorretto da altrettanto orrende contrafforti di ferro bullonato. Ma ora, forse, giustizia s’avvicina. Nella variante ai lavori di rifinitura di palazzo Salvadori (variante che il progettista Marco Angelini ha redatto per conto del Comune allo scopo di accorpare nell’edificio tutta la sede della nuova biblioteca), è stato inserito anche il taglio a metà del cosiddetto «muro del pianto». L’ufficio Beni Culturali della Provincia, stando alle indiscrezioni che arrivano da Trento, avrebbe dato l’okay a questo dimezzamento, prescrivendo però la salvezza di una bella fontana che vi è addossata dalla parte opposta a via Lipella: precisamente nel cortile della sede dell’Associazione dei Marinai. Se l’indiscrezione è esatta e se le prescrizioni non saranno «off limits», è dunque probabile che l’okay al netto abbassamento del muraglione si innesti immediatamente nell’appalto (già concluso) al definitivo restauro di Palazzo Salvadori. In questo caso l’impresa Martinatti, che avvia il cantiere il 7 gennaio, potrà demolire da subito, nell’anno di grazia 2003, un muro tanto squallido quanto odiato.

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