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Luoghi & Memorie. Studio, progetto e quindi cantieri finanziati dalla Comunità montana in cinque diversi paesi Interventi in otto borghi storici per strapparli allo spopolamento

Il restauro della montagna

Si corre davvero il rischio di dover cambiare definizione, prima o poi, per il Monte Baldo. Da sempre soprannominato Hortus Europae per la sua straordinaria ricchezza di specie floristiche e vegetazionali adesso, grazie ai continui e massicci interventi operati dalla Comunità montana, potrebbe benissimo diventare Hortus memoriae. Infatti, dopo la riqualificazione sia sul terreno che sul piano editoriale di alcuni importanti percorsi di accesso ed attraversamento della catena baldense ultimata lo scorso autunno, è in fase di attuazione una nuova iniziativa della Comunità montana del Baldo, avente ad oggetto proprio i luoghi della memoria storica. Mediante la progettazione di interventi di conservazione e di promozione con finalità abitative e turistiche, con modalità costruttive innovative e con il miglioramento e standardizzazione degli elementi di arredo (bioedilizia, servizi energetici e di depurazione a maggior sostenibilità ambientale ecc.), questa iniziativa mira alla riscoperta e alla valorizzazione di alcuni luoghi della storia e della memoria collettiva che, a causa del tempo e delle mutate situazioni economiche e sociali, stanno poco a poco perdendo personalità ed importanza. Si tratta, in realtà, di un progetto a più ampio respiro geografico, in quanto destinato alla valorizzazione di ambienti che interessano l’intera montagna veronese e che quindi spaziano dalla sponda del lago di Garda ai pascoli ed ai boschi della Lessinia. «Obiettivo generale della Comunità montana», spiega il presidente dell’ente, Luigi Castelletti, «è di redigere un’articolata opera di riconoscimento dei beni e delle risorse, quasi una mappa per la prevenzione del loro degrado, puntando su nuovi e più corretti comportamenti dei soggetti pubblici e privati nelle loro ordinarie attività, oltre che sull’attuazione di politiche di settore». E sono politiche, quelle perseguite dalla Comunità montana, che vanno dalla difesa del suolo alle reti e impianti di captazione e depurazione degli effluenti, e da interventi di restauro dei centri storici e dei beni culturali all’apposizione di vincoli a difesa dei sistemi naturali. «Per quanto concerne il nostro territorio», riferisce Castelletti, «la scelta è caduta anzitutto su otto luoghi che, anche in base a studi affidati ad esperti, ci sono sembrati particolarmente indicati a rientrare in questo progetto: Preabocco, Campo, Braga, Pradonego, Vilmezzano, Pazzon, Contrada Tratto Spino e la Polveriera di Rivoli». Cinque sono dunque i Comuni interessati da questo progetto e, più precisamente, Brentino Belluno, Brenzone, Caprino, Malcesine e Rivoli. L’individuazione delle singole realtà su cui intervenire è avvenuta muovendo da un’analisi dei nove Comuni della Comunità montana all’interno dei quali sono state individuate tre fasce di territorio: la fascia lacustre (Malcesine, Brenzone e Torri del Benaco), la fascia cerniera (San Zeno, Caprino, Costermano e Rivoli) e la fascia interna (Ferrara di Monte Baldo, Brentino Belluno). All’interno di ciascuna fascia si notano poli di attrazione (ricchi di servizi e di attività economiche) verso i quali si riversa la popolazione delle contrade e aree deboli soggette a spopolamento. «Attualmente», riferisce Castelletti, «siamo alla prima fase dell’iniziativa, che consiste nell’esecuzione di uno studio approfondito della situazione esistente con riferimento all’elemento storico, alla collocazione ambientale, agli strumenti urbanistici in atto e agli interventi già effettuati, quindi si passerà alla progettazione». Seguirà a breve la seconda fase, consistente nella formulazione di metodologie di intervento finalizzate al restauro dei centri storici di pregio. In questa fase si prenderanno pertanto in considerazione i seguenti aspetti: la struttura del borgo, il tipo di pavimentazione, le murature, gli intonaci, il piano del colore, le forme, le modalità di intervento e le peculiarità di ciascun caso. I risultati si tradurranno nel recupero dei borghi e nella realizzazione della relativa cartografia di supporto. «Nella terza ed ultima fase», conclude il presidente della Comunità montana del Baldo, «verranno organizzati incontri per la divulgazione del progetto e la sua presentazione ai rappresentanti delle istituzioni locali potenzialmente interessate al suo impiego per il recupero dei borghi. Al termine dei lavori il territorio baldense si troverà quindi arricchito sia sul piano storico-architettonico che su quello turistico attraverso otto siti modello che rappresenteranno un valore aggiunto al già elevato patrimonio paesistico della nostra più bella montagna».

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