Il «Tesoro ritrovato». Tre secoli in mostra

Un vero e proprio tesoro d’arte e di fede riscoperto in un’urna dimenticata da decenni sarà in mostra da sabato 16 marzo al 5 maggio a Castel Goffredo. Un’esposizione di reliquie e reliquari provenienti da tutta la cristianità e giunti nella Prepositurale di Sant’Erasmo nel corso degli ultimi cinque secoli, patrocinata fra gli altri dall’Azienda di promozione turistica del Bresciano in un’ottica di collaborazione fra province. Con il «Tesoro ritrovato», questo il titolo, il Gruppo San Luca di Castel Goffredo, propone un percorso, quasi un’avventura pionieristica, alla riscoperta di un patrimonio inedito e sconosciuto. Più di ottanta le opere esposte, realizzate tra l’inizio del Seicento e la seconda metà dell’Ottocento, con i materiali e le tecniche più vari: dal legno intagliato dipinto e dorato, all’argento e al bronzo lavorati a sbalzo e a cesello, dalla carta alla seta, dai filati metallici al cristallo, alla cera. Tra di esse figurano come scoperte di grande importanza storica e artistica i quattro preziosi reliquiari lignei dorati provenienti dalla basilica palatina di S. Barbara di Mantova (forse dono del duca Vincenzo Gonzaga ai devoti sudditi della fortezza di Castel Goffredo) e il baule giunto da Roma nel 1613 contenente le reliquie prelevate dai cimiteri paleocristiani appena riportati alla luce. Proprio nella splendida cappella del Santissimo Crocefisso della prepositurale di Sant’Erasmo all’inizio del Seicento, infatti, era stato collocato in un’apposita urna questo baule rivestito di rosso e ornato d’oro contenente reliquie preziose provenienti da Roma. Un’urna dotata di doppia chiave ma dimenticata da almeno 50 anni. L’apertura e la conseguente scoperta del patrimonio ha portato all’allestimento della mostra che sarà occasione per ammirare oggetti insoliti, di grande fascino, di cui saranno analizzate anche le valenze storico-religiose legate all’uso liturgico, al tema dell’autenticità delle stesse, dei «sacri furti» di reliquie e del loro illecito commercio. Il catalogo di 170 pagine, è frutto della ricerca di Renata Massa (curatrice della mostra, docente di storia dell’arte dell’Università Cattolica di Brescia). Cinque le sezioni. La prima illustra che cosa è una reliquia e considera il significato del culto nella tradizione cristiana, analizza le certificazioni di autenticità che ne documentano la provenienza e i passaggi di proprietà; la seconda è dedicata all’uso liturgico e devozionale delle reliquie in funzione del quale furono predisposte le forme, i materiali i luoghi e le modalità di costruzione ritenuti «più convenienti» per l’arredo. La terza sezione racconta dell’affascinate storia del baule che si conserva ormai da quattro secoli in S. Erasmo (ricostruibile attraverso la documentazione conservata che conduce alla Roma del primo Seicento negli anni che vedono impegnata la chiesa cattolica contro le gravi accuse dei protestanti nella promozione della devozione per i santi) mentre la quarta propone all’attenzione i magnifici, inediti reliquari architettonici di legno dorato e laccato provieniti dalla basilica palatina di S. Barbara giunti nel 1610. La quinta sezione è dedicata al territorio di Castel Goffredo. La mostra rimarrà aperta fino al 5 maggio dalle 16 alle 19 nei giorni feriali (il mattino è riservato alle scuole solo su prenotazione) e dalle 10 alle 12.30 e 15-19 nei giorni festivi. Solo sabato e giovedì anche dalle 21 alle 23. Lunedì chiuso. Il biglietto di ingresso e di 3 Euro, gratuito per scolaresche e ragazzi fino ai 14 anni. La biblioteca comunale di Castel Goffredo (tel. 0376 780161) è a disposizione per prenotazioni e informazioni relative alla mostra.