lunedì, Maggio 6, 2024
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Novità all’assemblea della Comunità del Garda: una cordata di imprenditori punta su Peschiera. Via libera anche all’autodromo: sorgerà a Villafranca

Ippodromo, bresciani in pista

Un autodromo e un ippodromo ai margini del lago! La notizia l’ha data ieri mattina, a Bardolino, un consigliere regionale del Veneto, Mario Rossi, originario di Desenzano, incaricato dal presidente Giancarlo Galan di partecipare all’assemblea della Comunità del Garda. «Villafranca, Trevenzuolo e Vigasio sono riusciti a ottenere l’autodromo – ha detto Rossi -. La delibera della Giunta regionale è dell’altro ieri (venerdì ndr.)». Numerose località si erano fatte avanti (tra le altre, Montecchio nel Vicentino, Cavarzere in provincia di Venezia, Bovolone e Zevio, nel Veronese). Una commissione ha valutato una lunga serie di requisiti (22): la distanza dalle grandi vie di comunicazione, la ricettività alberghiera, la popolazione, la vicinanza di ospedali, ecc., assegnando un punteggio. Ora il progetto verrà sottoposto alla Valutazione di impatto ambientale. «Poi – ha detto l’assessore allo Sport Floriano Pra – ci saranno le premesse per vederlo realizzare nel giro di pochi anni, grazie al project financing». Molti privati, con interessi nel campo motoristico, sembrerebbero interessati all’idea. La Giunta regionale ha incaricato la finanziaria «Veneto sviluppo» di individuare la forma giuridica più idonea per costituire una società mista pubblico-privata che realizzi e gestisca l’autodromo. Per questa fase è prevista una spesa di 3 miliardi. Invece il discorso dell’ippodromo, con pista e scommesse, è ancora in fase di maturazione. «Settanta industriali bresciani sono particolarmente interessati – ha affermato Rossi -. L’area dovrebbe essere individuata tra Peschiera e Sommacampagna. Abbiamo già tenuto incontri nella sede dell’Apa di Verona, con tutti i protagonisti. La stessa città scaligera, attraverso l’avvocato Bottoli, presidente della commissione urbanistica del comune, si è fatta avanti. Dispone di un paio di terreni agricoli, che potrebbero essere utilizzati per i cavalli». Intanto Bottoli è diventato difensore civico della Regione. E gli imprenditori bresciani (la signora Nocivelli, Gnutti, con una fabbrica di rubinetterie a Volta Mantovana, Bresciani della Uvr di Roè Volciano, che commercia in mangimi, ecc.) rimangono in attesa degli eventi. Se son rose… Altri argomenti emersi: la necessità di creare un chilometro di linea ferroviaria da Peschiera a Gardaland, per sgravare la viabilità dal traffico automobilistico, e l’idea di aprire centri di riabilitazione (sul modello del S.Corona di Fasano o dell’ospedale ortopedico di Malcesine) da collegare a cliniche austriache e tedesche. Mauro Parolini, assessore della Provincia di Brescia, dopo avere ironizzato («vedo che di autodromi e ippodromi, in Veneto, se ne occupa la Regione, forse un po’ troppo accentratrice»), ha ricordato l’intesa raggiunta su alcune vicende recenti: con Trento, per costruire la nuova galleria sulla 45 bis, dopo la frana tra Limone e Riva; con Verona, per la viabilità del Basso lago (l’inserimento nel piano triennale della progettazione della tangenziale Sirmione-Peschiera, fino a Castelnuovo). Parolini ha invitato la Comunità ad assumere un ruolo più incisivo sulla regolazione delle acque, allo scopo di evitare i conflitti dei mesi scorsi, quando nel Garda vennero scaricati milioni di metri cubi dall’Adige, attraverso il tunnel di Mori, senza che i sindaci delle località rivierasche ne fossero informati. Il presidente Giuseppe Mongiello, ex sindaco di Salò, eletto in dicembre, ha relazionato sull’attività svolta nei primi tre mesi e sulle prospettive future, sollecitando la revisione dello statuto. Ne parleremo in un successivo articolo. L’assemblea ha poi approvato il conto consuntivo 2000, da cui risultano 400 milioni di arretrati da incassare, e ritoccato il preventivo 2001. Sì anche all’aumento dell’indennità di carica del presidente, passata da 1 milione e mezzo lordo (cifra stabilita nel ’92) a 4 milioni e mezzo. Tanto per fare un raffronto, in base alla legge dell’anno scorso, il sindaco di un comune da 5 a 10 mila abitanti percepisce 5 milioni e 400 mila lire; quello di un centro tra 10 mila e 30 mila residenti 6 milioni.

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