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Sabato l’inaugurazione del rinnovato centro di accoglienza della Croce rossa italiana. Arrivano da tutto il mondo nell’edificio voluto dai Savoia

La casa dei bambini senza casa

Sabato 18 maggio, alle ore 11, a Salò, verranno inaugurate le opere effettuate all’interno dell’edificio della Croce Rossa Italiana, situato in viale Landi, nel quartiere del Carmine, vicino all’autosilo e all’hotel Laurin. Interverranno Maria Pia Garavaglia, presidente nazionale, Enzo Cossu, responsabile del Comitato provinciale, e Marita Folonari. Il vescovo ausiliare di Brescia, Vigilio Olmi, impartirà la benedizione. Il palazzo è stato costruito nel 1932, sotto l’auspicio del principe Umberto Di Savoia. Fino al ’70 ha operato da centro climatico, in modo specifico come preventorio infantile. Si è quindi trasformato in centro di accoglienza. Quattro le comunità interne. In quella che si chiama «Il bucaneve» ci sono le femmine in età di materna ed elementari; nella «Palma» i maschi dalla materna al termine della scuola dell’obbligo; nella «Ginestra» le ragazze che frequentano le medie inferiori e superiori. La «Fior di loto», invece, è la comunità di pronto intervento. Ospita i minori di ambo i sessi in stato di emergente difficoltà per il periodo necessario ai genitori ad organizzarsi. Ogni nucleo dispone di due educatori a tempo pieno, uno part-time (al pomeriggio), da un numero variabile di obiettori e di volontari, che seguono i bambini nello studio o li tengono d’occhio nei giochi. L’edificio è in grado di accoglierne 34 al massimo. Provengono da tutto il mondo (slavi, africani, asiatici), spesso costretti a fuggire da situazioni terribili: la guerra, la fame, la solitudine. Alcuni non hanno più la famiglia. Altri giungono con la mamma, in attesa di un ricongiungimento (futuro) affidato alla burocrazia e alla buona sorte. Una volta c’era chi, non conoscendo il letto, dormiva per terra e doveva gradualmente abituarsi al materasso e alle lenzuola. Non mancano i ragazzi italiani. Spesso uno dei loro genitori se n’è andato, alla ricerca di un’avventura o di una nuova vita. Frequentano le scuole locali e, se possibile, rientrano a casa per il fine settimana. I minori vengono inviati dalle forze dell’ordine, dalla Questura o dai Servizi sociali territoriali, con decreto del Tribunale. In qualche caso sono figli di immigrati regolari o in attesa di permesso di soggiorno, che faticano a trovare lavoro, casa e accoglienza. L’Istituto, affidato alle suore Ancelle della Carità, è diretto da madre Assunta Corti, premiata l’altr’anno dalla Associazione «Mutuo soccorso» per le sue doti di abnegazione. Poi ci sono suor Diletta, che si dedica ai ragazzi da una sessantina di anni, suor Cecilia, suor Clementina. Alcuni anni fa gli alpini della sezione «Monte Suello» hanno sistemato i tetti dell’edificio, e pitturato la facciata. Adesso la Cri è intervenuta, spendendo centinaia di milioni per mettere a norma l’impianto elettrico, le camerate, ecc. Lavori affidati alla ditta Scioli. «L’inaugurazione di sabato 18 maggio entrerà a far parte della storia della Croce Rossa Italiana di Brescia – sottolineano Cossu e la Folonari -. Negli ultimi anni abbiamo dedicato a quest’opera uno straordinario impegno di persone, tempo, sacrifici e risorse, amministrate da una commissione tecnica appositamente nominata». Splendido (e assai ampio) il parco esterno, con oliveto, piscina e campetto di calcio. Il progetto del comune di Salò di espropriarne una parte per trasformarlo in parcheggio pubblico è caduto nel vuoto.

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