martedì, Aprile 30, 2024
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L’opera ha fatto discutere a lungo, ma tempo fa è arrivato l’accordo tra Amministrazione e Broletto. La Soprintendenza chiede a Provincia e Comune di monitorare i lavori

La variante? A rischio reperti

L’entroterra della riviera del Garda è finito da tempo nel mirino di inchieste della magistratura, di petizioni, di reportage giornalistici e televisivi per quello che viene definito uno «scandalo» per come il cemento lo stia invadendo progressivamente. Poi, ci si mettono progetti di costruzione di nuove strade, magari comode sotto il profilo della viabilità, che ne tagliano vigneti ed aree agricole e, addirittura, i centri storici. E’ il caso di Puegnago dove le associazioni ambientaliste, come «Viviamo Puegnago» e Legambiente, o forze politiche come «Italia dei Valori», e in ultimo la Soprintendenza per i Beni Archeologici che intende vederci chiaro chiedendo attenzione per eventuali reperti che verranno alla luce, stanno mettendo sotto accusa la futura variante alla provinciale 25 Esenta-Cunettone. In particolare, il tratto dal ponte in località Palude fino al cimitero è in salita con una pendenza media del 7%, orientata a nord, quindi all’ombra perenne con il rischio di gelate durante la stagione invernale. «Altro che messa in sicurezza», tuonano gli ambientalisti e i residenti. Tra l’altro la nuova tangenziale in attraversamento del centro di Puegnago correrebbe parallela al maxi-insediamento residenziale – si parla di oltre 19 mila metri cubi – già previsto dal piano regolatore.Insomma, si tratterebbe di un «regalo» anche se, ad onore del vero, la società lottizzante si era dichiarata pronta a costruirne una a proprie spese, ma il Comune ha negato l’autorizzazione non essendo «valida sotto l’aspetto viabilistico». L’associazione “Viviamo Puegnago” ricorda poi il costo preventivo della variante, passato dagli iniziali 2 milioni e 600 mila euro agli attuali 3 milioni e 80 mila euro, dei quali due terzi a carico della Provincia ed un terzo a carico del Comune che dovrà sostenere la spesa dei progetti, della pubblica illuminazione, del verde e della manutenzione. Senza contare che il progetto prevede inevitabilmente grossi sbancamenti e terrapieni con muri di sostegno alti fino a 10 metri nonché una galleria lunga poco meno di 70 metri proprio dinnanzi al cimitero del paese. Un’area a rischio idrogeologico, sostengono le associazioni. E a sostegno di questa tesi affatto campata in aria, ecco arrivare la lettera della Soprintendenza della Lombardia che ha appreso, fatto questo ancora più inquietante e sconcertante perché esiste la legge 241 del 1990 e l’istituto delle conferenze dei servizi, «solo dalla stampa che gli enti (il Comune di Puegnago e la Provincia, ndr.) hanno recentemente stipulato un accordo di programma (il 25 settembre scorso, ndr) inerente la realizzazione della strada in oggetto. Si ricorda che il territorio comunale di Puegnago – prosegue il direttore dell’organo di tutela, Elisabetta Roffia – si segnala per importanti rinvenimenti di siti d’interesse archeologico in particolar modo d’età romana e medievale. In vista di un’efficace salvaguardia di strutture e stratificazioni archeologiche, ed al fine di prevenire rallentamenti dei lavori e modifiche progettuali anche di rilievo conseguenti a possibili ritrovamenti fortuiti ad opere già iniziate, si ritiene indispensabile, nelle aree interessate dall’intervento, l’esecuzione di una campagna di saggi archeologici preventivi, intesi a definire estensione e stato di conservazione dei resti di interesse archeologico». E la Soprintendenza chiarisce anche che gli accertamenti dovranno essere materialmente effettuati da una ditta specializzata «con formale incarico e ad onere dell’ente committente i lavori (cioè la Provincia, ndr)», non prima di aver ricevuto tutta la documentazione di progetto. La battaglia per salvare la zona dal nuovo nastro d’asfalto, considerato «antieconomico e inutile», ha intanto registrato la raccolta di oltre 400 firme. Alla prossima puntata.

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