Sono sicure le gallerie stradali bresciane? Alla luce del drammatico incidente accaduto l’altro ieri a Lecco, la domanda non suona tanto retorica. E la risposta non è di certo facile. «La Provincia di Brescia sta facendo tutto il possibile per migliorare la sicurezza degli oltre sessanta tunnel di sua competenza – esordisce l’assessore ai Lavori Pubblici Mauro Parolini -. Non si può dire altrettanto delle gallerie gardesane, da Nuvolera fino in Trentino, di competenza Anas».E di competenza Anas era anche la galleria della tragedia di Lecco. Per questo ieri l’assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo, ha chiesto ai vertici Anas «ulteriori elementi oggettivi volti a rassicurare circa le condizioni di sicurezza e di funzionalità delle gallerie e dei relativi impianti di emergenza sulla rete viaria lombarda».I TUNNEL CRITICI. Le gallerie più pericolose sono quelle con lunghezza superiore ai 500 metri; necessitano di adeguata aereazione, illuminazione, vie di fuga, dotazioni antincendio, e copertura radio. Elementi di sicurezza che non sempre sono presenti all’unisono, soprattutto se si parla della galleria dei Tormini sulla 45Bis (tra Villanuova e Roè Volciano), sulle gallerie valsabbine di Monte Castello e La Guarda, che fanno tutte capo ad Anas. «Sappiamo che l’Anas esce da un periodo difficile – commenta Parolini – ma ci sono interventi di manutenzione e messa in sicurezza che devono assolutamente essere fatti».INTERVENTI DEL BROLETTO. Sulle gallerie che collegano il Sebino alla Vallecamonica e su quelle valsabbine in capo alla Provincia, il Broletto dal 1999 ad oggi ha investito oltre 11milioni di euro: nel 2007 è stato messo a bilancio un milione e mezzo. «Nella galleria Trenta Passi sulla sp 510 ad Iseo – spiega Parolini – recentemente abbiamo proceduto al rivestimento della copertura con lamiere anti-infiltrazione, ad una nuova verniciatura della segnaletica e ad una illuminazione più adeguata. Tra Marone ed Iseo sono stati installati anche dei portelloni antincendio. Interventi simili sono in cantiere anche per il tunnel di Pisogne. In Vallesabbia stiamo procedendo all’installazione dell’illuminazione nella galleria di Angolo Terme e di quella di Capovalle. Stessa cosa faremo sul Gavia». L’assessorato sta anche concludendo un appalto per la gestione delle gallerie più lunghe, privilegiando i progetti che adotteranno le migliori tecnologie. (Nella tabella a fianco sono elencate tutte le gallerie che fanno capo alla Provincia).NORMATIVA FUMOSA. Un decreto legislativo entrato in vigore dall’ottobre 2006 prevede milglioramenti infrastrutturali per quelle gallerie appartenenti alla rete stradale transeuropea, di lunghezza superiore a 500 metri (nessuna nel Bresciano rientra in questa cagtegoria). Per le gallerie extraurbane superiori ai 1000 metri vale il decreto del 9 marzo Duemila: obbligatorie le colonnine Sos foniche ed estintori nelle piazzole di emergenza. oltre ad una adeguata illuminazione. Carente la normativa sugli impianti di aereazione.Inutile ricordarlo: la causa principale degli incidenti in galleria, è l’eccesso di velocità e il mancato rispetto delle distanze di sicurezza: «per questo i sistemi di autovelox, ben visibili e segnalati – chiude Parolini – servono come ottimo deterrente».L’ultima galleria della nuova 45 bis (per chi arriva da Brescia e comincia a scendere verso Salò), tra Villanuova e Tormini di Roè Volciano, buca il monte Covolo ed è lunga 1.832 metri, disegnando due direzione, sempre in galleria, verso Salò, con una uscita anche in direzione di Cunettone. Inaugurata nel luglio 2000, ha sempre lamentato problemi legati al drenaggio dei terreni soprastanti. L’acqua che filtra è molto calcarea, col risultato che, in caso di temporali o di piogge prolungate, i condotti si intasano, e sull’asfalto si formano vaste chiazze d’acqua che compromettono la tenuta di strada dei veicoli. I lavori effettuati recentemente hanno comunque migliorato la situazione.C’è poi la questione dell’ossido di carbonio, che tende a ristagnare nelle ore di punta. I ventilatori e i cinque finestroni laterali, piazzati obliquamente, attenuano il fenomeno, senza però risolverlo. Eventuali rilevazioni Arpa sulla quantità di inquinanti presenti nell’aria, metterebbero in luce la pericolosità del fenomeno. Da non sottovalutare pure i rischi legati al mancato rispetto della precedenza. A volte chi percorre la strada «normale» esterna non si avvede dell’uscita delle vetture. Converrebbe piazzare dei rallentatori e dei segnali luminosi. Infine la difficoltà di ricezione dei telefonini, quando i soccorritori sono dovuti intervenire all’interno del tunnel per dare una mano ai feriti. In ogni caso i maggiori problemi li ha creati in passato l’uscita in direzione di Cunettone, chiusa più volte.Altri problemi sulla Galleria «San Zeno» di Lonato, inaugurata nel 1994 dall’amministrazione leghista di Manlio Mantovani (avrebbe dovuto essere pronta per i mondiali di calcio del 1990, per cui ricevette un cospicuo finanziamento). Il tunnel di 1 km attraversa le colline moreniche della Bettola e del Mancino: ha sempre avuto problemi legati all’infiltrazione di acqua dalle pareti della volta.Periodicamente la società autostradale Serenissima (che l’ha in gestione) deve operare chiusure notturne per la verifica e la sistemazione della pavimentazione. Chiusure che si verificano ogni 2 mesi e che portano forte disagio al centro storico di Lonato che si trova a sostenere un supplemento di traffico. In particolare grava su Corso Garibaldi. Il tunnel è dotato di sistemi di ventilazione interna e di colonnine Sos in caso di incidenti. Ma il limite dei 50km orari, abbinato alla presenza dell’autovelox all’imbocco del tunnel, provoca lunghe che si verificano al suo interno e rendono l’aria irrespirabile.
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Forti infiltrazioni d’acqua, aria irrespirabile per il traffico intenso. Gli stop dell’uscita in direzione Cunettone.
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