Le maglie azzurre della nazionale di calcio, tornata a riaccendere la fiamma nel cuore degli sportivi dopo le vittorie per la qualificazione al Mondiale del 2002, sono notoriamente contrassegnate dallo scudetto tricolore. Ben pochi sanno che a ideare il distintivo bianco, rosso e verde, che prima aveva i colori dei Savoia, non fu uno qualsiasi di fervida immaginazione, bensì il Vate per eccellenza, l’immaginifico Gabriele D’Annunzio. Fra le sue passioni, c’era l’amore viscerale per lo sport. Fin da ragazzo, praticò nuoto, equitazione, scherma, inforcò la bicicletta, tirò calci al pallone, pilotò automobili, motoscafi, aeroplani. Il 9 agosto 1918 col biplano Sva 10 compì il volo di pace su Vienna; e molto prima, nel 1909, aveva partecipato al circuito aereo di Montichiari, il cui aeroporto oggi ha il suo nome. Arroccatosi nel buen retiro di Gardone, reduce da battaglie belliche e politiche, il Vate continuò ad amare lo sport, tanto che fu antesignano di sfide remiere indimenticabili, come gli osannati Agonali Italiani del Remo. Tenne a battesimo anche la Coppa dell’Oltranza fra potenti racer.
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