sabato, Febbraio 15, 2025
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L'antica storia su carta di Arco restaurata e disponibile

Pergamene, il gradito ritorno

Dopo un lungo e forzato esilio, durato diversi anni, ha fatto ritorno a “casa” restituito finalmente alle cure dei suoi legittimi proprietari. E da lunedì prossimo, grazie all’intervento dell’assessor Ruggero Morandi, sarà messo in condizione d’essere visionato e ammirato da chiunque lo desideri. Giovedì scorso, il dirigente del servizio Beni Librari e archivIstici della Provincia ha restituito all’archivio storico del comune arcense il fondo pergamenaceo dopo un lungo intervento di condizionamento, restauro e microfilmatura. Sono state così restituite 196 pergamene di Arco e 14 dell’ex comune di Romarzollo. Il fondo pergamenaceo è sicuramente il più antico conservato nell’archivio storico ma anche il più prezioso e il più caratteristico, in quanto i documenti sono redatti su pergamena, cioé su pelle animale opportunamente conciata e trattata. I primi cinque pezzi del fondo conservato ad Arco, datati 1201 e 1202 (ma anche altri successivi), riguardano la causa con Riva per il possesso del Linfano: un argomento che dopo circa 800 anni è ancora di stretta attualità. Nel plicco anche gli statuti consegnati dai conti agli archesi: sentenze, indulgenze, investiture, bolle e scomuniche papali, pignoramenti, compravendite, permute, enfiteusi, ordini e decreti. Anche nel fondo dell’ex comune di Romarzollo sono contenuti contratti, ordini, sentenze e documenti che oggi non vengono più rogate, tra cui anche il voto per la festa di S. Giuseppe contro gli insetti nocivi. Incartamenti che risalgono ad un’epoca in cui la popolazione era per la stragrande maggioranza analfabeta; i documenti dovevano essere quindi redatti con precise regole di cancelleria per renderli immediatamente riconoscibili da tutti. A tal proposito venivano adoperati i cosiddetti caratteri estrinseci del documento, cioé quelle caratteristiche esteriori immediatamente visibili prima ancora di analizzare il contenuto del testo. Tra questi innanzitutto la materia scrittoria, una determinata scrittura, e i segni speciali che individuavano il rogatario ed i sottoscrittori (come croci di varia foggia, segni notarili, la rota, vari tipi di monogrammi). I più particolari e riconoscibili che venivano utilizzati erano però i sigilli. Ma non tutti i documenti conservati nell’archivio arcense riportano integri i sigilli poiché alcuni, purtroppo, sono andati perduti ed altri, che erano aderenti, si sono staccati dal supporto scrittorio. Diversi però sono ancora ben visibili e potranno così essere analizzati da esperti studiosi. All’archivista Marialisa Avi toccherà ora il compito di redigere l’inventario a completamento di quanto già predisposto nonché i regesti delle singole pergamene, cercando di individuare gli elementi essenziali del documento, segnalando quindi gli attori e i destinatari dell’azione giuridica, quale tipo di azione venga svolta, le date croniche e topiche. Tutto il materiale è a completa disposizione degli utenti dell’archivio storico e di chi fosse interessato a prenderne visione. I locali dell’archivio storico, situati a Palazzo Giuliani in piazza 3 Novembre, sono aperti al pubblico la mattina dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12, ed il pomeriggio dal martedì al giovedì dalle 14 alle 17.

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