lunedì, Maggio 6, 2024
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Lombardia investe 61 milioni per ridurre liste d’attesa e visite serali e sabato

Oltre 61 milioni di euro saranno stanziati in Lombardia per abbattere le liste d’attesa e garantire più di 7 milioni di prestazioni entro dicembre 2024. Questo piano prevede anche l’apertura degli ambulatori nel pomeriggio (16-20) e il sabato mattina per ridurre i tempi di attesa. La delibera approvata dalla Giunta regionale prevede inoltre il monitoraggio delle priorità indicate dalle prescrizioni mediche e dei tempi di esecuzione degli esami e delle visite.

Le strutture pubbliche dovranno effettuare 4,1 milioni di prestazioni, mentre i privati accreditati ne dovranno garantire 3,1 milioni. L’obiettivo è incrementare il numero complessivo delle prestazioni, destinando due terzi dei fondi agli erogatori pubblici e un terzo ai privati. Saranno stabilite anche le quantità specifiche di prestazioni da effettuare da parte di ogni struttura sulla base delle liste d’attesa, del personale disponibile e dei tempi previsti.

Per garantire l’efficacia delle misure adottate, la Direzione generale Welfare effettuerà un monitoraggio mensile per individuare eventuali criticità nei territori. In caso di indisponibilità della prestazione entro i tempi previsti, la struttura si impegnerà a trovare altre soluzioni all’interno del territorio dell’Agenzia di tutela della salute (Ats) o erogherà la prestazione in regime di libera professione a proprio carico.

La delibera prevede anche la riduzione dei tempi di consegna degli esiti degli esami di screening, come quello mammografico e del test del sangue occulto nelle feci per lo screening del colon retto. Saranno invitate tutte le persone aventi diritto a effettuare gli screening mammografici, del colon retto e della cervice uterina.

Inoltre, entro il 2024 verrà attivato un Cup unico in 8 enti sanitari pubblici e due privati in Lombardia. Questa iniziativa mira a semplificare l’accesso alle cure e migliorare l’efficienza dei servizi sanitari.

L’assessore al Welfare ha sottolineato che la legge non prevede il rimborso delle prestazioni effettuate privatamente e ha invitato a preservare il sistema sanitario lombardo, considerandolo il migliore d’Italia sia in termini di tempi di risposta che di capacità di risposta e costi.

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