sabato, Maggio 4, 2024
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Il centro Latex free permette a una 22enne di Catania allergica al lattice di partorire senza rischiare la morte. Evitato il pericolo di shock anafilattico anche per un adolescente orobico

Mamma e figlio salvi in extremis

Due ragazzi, una mamma e il neonato che portava in grembo. Quattro vite salvate nel giro di una manciata di giorni da un nemico spesso sconosciuto e subdolo perchè ironia della sorte può colpire in modo fatale proprio in ospedale. L’allergia al lattice ha rischiato di spezzare per sempre il sogno di maternità di una 22enne di Catania che per partorire ha dovuto rivolgersi Desenzano, il secondo centro italiano attrezzato con un reparto «Latex free», ovvero privo del materiale colpevole negli individui sensibili di shock anafilattici spesso mortali. Un centro che ha permesso di portare a termine una gravidanza altrimenti ad altissimo rischio per madre e neonato. Ma la vicenda a lieto fine di Flaminia Cantarino che nei giorni scorsi ha potuto tornare in Sicilia stringendo fra le braccia Vincenzino è stata un’Odissea vissuta a partire dall’ottavo mese di gestazione sul filo della paura di non riuscire a trovare un centro attrezzato per eseguire il taglio cesareo. Per lei affetta da allergia al lattice entrare in una sala operatoria «normale» sarebbe stato un pericolo mortale. La sostanza di cui sono composti la maggior parte degli strumenti utilizzati negli ospedali (basta pensare ai guanti in lattice), provoca crisi respiratorie gravissime. Nessuno degli ospedali dell’isola accetta così di ricoverarla e con il passare dei giorni inizia una frenetica ricerca, un conto alla rovescia da vivere con il cuore in gola. Ad Ancona c’è un centro «Latex free» ma per motivi logistici il ricovero viene posticipato. Il tempo stringe e la situazione diventa ingestibile. Da Desenzano arriva la buona notizia ma i problemi non sono finiti: Flaminia e il marito devono trovare una compagnia aerea disposta ad accettare a bordo una donna con la gravidanza a termine. Alla fine la coppia parte con un volo dell’Air one. Il resto è cronaca di un parto normale, di un neonato e di una mamma in perfetta salute. Un lieto fine che fa da anello di congiunzione a due altri episodi risolti dal centro di Desenzano in meno di due settimane: una ragazza di Nuvolento salvata dallo shock anafilattico dopo aver bevuto un frullato di kiwi e un 14 enne di Bergamo allergico al lattice e sottoposto a un intervento chirurgico «vitale» nel presidio del Garda. Una catena di interventi che se da un lato sottolinea l’efficienza del progetto «Latex free» di Desenzano, dall’altro rimarca le smagliature del sistema di assistenza nazionale verso i portatori di allergia. «È surreale – spiega il direttore Generale Mauro Borelli -, che una persona allergica al lattice non possa essere curata, anche per un banale motivo, in ospedale. La cosa poi, assume più rilevanza quando, il paziente è una donna che, per partorire il proprio figlio, è costretta a percorrere più di 1000 chilometri. Credo che non si possa andare avanti così». Alla soddisfazione per i risultati raggiunti dal centro specializzato diretto dal dottor Nicola Petrucci, fa da contraltare la richiesta di potenziare le strutture. «La nostra è un’azienda che produce salute e, quindi, siamo contenti che l’ospedale di Desenzano possa dare risposte efficaci a tutti gli utenti – prosegue Borelli -. Però, trovo incredibile che in Italia, oltre alla nostra, ci sia soltanto un’altra struttura ad Ancona in grado di assistere persone con questo problema. C’è troppo poca informazione su questa allergia che, a quanto pare, sta divenendo una patologia sempre più diffusa. Credo che ognuno debba iniziare ad affrontare questo problema». Secondo Borelli sarebbe necessario adibire un ospedale «Latex free» per ogni regione, ma nel frattempo Desenzano si prepara a fara ancora una volta da apripista a livello nazionale: l’azienda sta redigendo un «libro bianco» sull’allergia da lattice informare popolazione e medici di base su questa singolare forma di intolleranza che a seconda delle caratteristiche genetiche degli individui, colpisce dallo 0,8 al 12 % della popolazione. Nel frattempo, nell’ambito della ristrutturazione del blocco operatorio dell’ospedale potenzierà il progetto Latex free partito tre anni fa. Infine, sempre nel presidio gardesano, sta per nascere la prima associazione per allergici al lattice. Fra i primi obbiettivi del nascente sodalizio, la possibilità di poter segnalare su documenti sanitari e personali la «sensibilità» alla sostanza.

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