lunedì, Aprile 29, 2024
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Dopo tre anni di lavori il taglio del nastro: a disposizione degli anziani anche nuove stanze e sala comune.
Spesi più di 2 milioni per ristrutturare l’ala storica dell’istituto di riposo

Miniabitazioni a casa Gandini

Taglio del nastro, ieri mattina, per la nuova ala della Casa d’accoglienza (casa di riposo comunale) Franco Gandini. L’inaugurazione, con la benedizione impartita da padre Pio Prandina del Santuario del Frassino, ha in realtà celebrato la conclusione dei lavori di ristrutturazione della parte storica dell’edificio nonché la messa a norma dell’impiantistica dell’intera struttura. L’intervento è costato complessivamente oltre due milioni di euro, finanziati parte dal Comune, parte (circa il 50 per cento) da Regione e Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, e da una società immobiliare a fronte del cambio di destinazione d’uso concesso per l’ex piscina di viale degli Alpini.«Abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto tre anni fa», ha detto Renato Signorelli, consigliere delegato alla terza età che ha seguito in prima persona tutto l’iter del progetto, dalla sua ideazione alla realizzazione. Continua: «All’epoca parte di questa struttura non era utilizzata; noi abbiamo colto l’occasione di dover comunque intervenire pensando di fare non solo quanto necessario per la ristrutturazione e la messa a norma degli impianti, ma puntando a fare qualcosa di nuovo e funzionale alle esigenze degli ospiti di questo edificio».«Così», prosegue Signorelli, «sono nati i sei mini appartamenti, tutti arredati, ricavati all’ultimo piano, l’ampio salone da cui si vede il lago, alcune stanze più piccole per offrire maggiore privacy a chi la desidera. Tra i problemi di questa società c’è sicuramente quello degli anziani: ma l’anzianità, così come la disabilità, é un problema che riguarda tutti ed è compito degli amministratori offrire alle persone più in difficoltà le migliori soluzioni di vita. Credo che noi, oggi, abbiamo fatto qualcosa di veramente importante per i nostri concittadini».A Signorelli sono andati i ringraziamenti del sindaco Umberto Chincarini «per non aver mai smesso di credere in questo progetto». Chincarini ha ringraziato anche il vice sindaco Walter Montresor, il segretario comunale Giovanni Peruzzi, il personale dell’Ufficio tecnico edilizia privata, i progettisti, l’impresa edile e il personale della Cooperativa Oasi che gestisce la Casa di accoglienza.«Voglio dire grazie agli ospiti», ha più volte sottolineato Chincarini, «e alle loro famiglie, a Paolo Cerioni che da consigliere regionale ha seguito con passione la nostra richiesta di aiuto finanziario. Qualcuno commenterà che sono stati spesi tanti soldi… investire nel sociale è un dovere primario di ogni buon amministratore. La dignità della persona umana è un valore cristiano fondamentale», ha sottolineato il sindaco, «e sono più che mai convinto che dobbiamo ripartire dal nostro sentirci comunità per dire forte e chiaro che il concetto di persona non ha un significato collettivo ma riguarda ogni essere umano nella sua unicità e irripetibilità. Così, questa opera ci vede tutti più sereni perché dimostra che Peschiera ha la capacità di non voltarsi altrove fingendo che situazioni di emergenza sociale non esistano».«Un mio sogno», ha concluso Chincarini, «è quello che questa casa un giorno resti vuota, senza ospiti perché in grado tutti di essere accolti nelle proprie case, nelle nostre famiglie. Fino ad allora, la Casa è aperta a tutti».

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