sabato, Dicembre 7, 2024
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Comune e Parrocchia firmano un’alleanza per rimettere a nuovo la pieve S. Emiliano

Padenghe chiede aiuti a Milano

Parrocchia ed Amministrazione comunale di Padenghe insieme per un importante progetto di riqualificazione di uno dei complessi monumentali più belli e suggestivi del lago di Garda. Succede a Padenghe, in occasione di una serie di interventi che permetterà il recupero della pieve romanica di S. Emiliano. L’Amministrazione del Comune della Valtenesi, stimolata dal sindaco Giancarlo Allegri e la parrocchia, rappresentata da don Bruno Negretto, hanno unito le forze per un progetto ambizioso, ma senza alcun dubbio di grande interesse sociale e culturale. «S. Emiliano – spiega il parroco di Padenghe – rappresenta un pezzo di storia del nostro paese, e quindi per l’intera comunità padenghese ricopre un valore affettivo oltre che religioso». «Inoltre – continua don Bruno – tutta questa zona potrebbe rappresentare un significativo punto di riferimento per i fedeli, nonché un importante centro di attrazione turistica all’interno dell’esistente circuito comunale». La collaborazione tra i due enti nasce dalla comune intenzione di provvedere al restauro e alla valorizzazione di una zona che, per il notevole pregio paesaggistico e panoramico, e per il grande interesse archeologico che ricopre, è destinata a diventare uno dei più bei complessi monumentali della provincia; ma soprattutto dall’esigenza di reperire risorse economiche che per la realizzazione di un’opera di questa portata ed importanza e per la conseguente gestione non sono affatto indifferenti. Ed è per questo ultimo motivo, proprio per ottenere finanziamenti in grado di sostenere almeno parte dei lavori necessari per il consolidamento, il restauro conservativo e il riuso di tutto il plesso archeologico, oggi in precarie condizioni statiche e con un progressivo livello di degrado materico, che la Parrocchia, in qualità di proprietaria esclusiva della pieve, si impegnerà a presentare istanza di contributo alla Regione Lombardia. L’iniziativa è resa possibile grazie ad una specifica politica di finanziamenti perseguita dalla Regione e regolamentata dalla legge 39/84 che riguarda gli interventi regionali per la tutela del patrimonio edilizio esistente di valore ambientale, storico, architettonico, artistico ed archeologico, e che mira a sovvenzionare tutte le opere promosse a tale scopo. L’istanza di contributo da presentare alla Regione sarà riferita ad interventi per un importo complessivo dei lavori pari a 400.000 euro, mentre Comune e Parrocchia si impegnano a sostenere la differenza. «Se le nostre richieste troveranno il favore dell’ente regionale – assicura don Bruno Negretto – i lavori dovrebbero essere ultimati entro due anni. Ma se così non fosse, speriamo di portare a termine entro la fine dell’anno almeno la prima parte del progetto». Il lavoro progettuale, infatti, viene presentato in due distinti stralci. Il primo, più urgente, è relativo alla manutenzione straordinaria e al consolidamento strutturale, mentre il secondo, che prevede una redazione più complessa che tenga in considerazione tutte le indicazioni che la Soprintendenza vorrà impartire, riguarda i lavori di restauro conservativo per un riuso dell’immobile compatibile con la vocazione del bene stesso. Nella sua complessità il progetto, che per concezione è compatibile con le prescrizioni del piano paesistico regionale e con tutti i piani paesaggistici, territoriali ed urbanistici vigenti, non prevede alcun tipo di alterazione alla struttura principale dell’intero complesso architettonico: prospetti, volumi, quote d’imposta e tipologia di materiali rimarranno inalterati rispetto agli originali. La pieve di S. Emiliano è composta da vari corpi di fabbrica, di diverse epoche storiche e di diversi caratteri architettonici, che a lavori finiti saranno divisi tra l’Amministrazione e la Parrocchia che li gestiranno separatamente: la casa patronale e l’annesso cortile, sarà affidato alla gestione comunale e adibita a sede museale ed espositiva, o di eventuali associazioni culturali mentre la cascina sarà gestita dalla Parrocchia e destinata ad ospitare l’alloggio del custode, un punto di ristoro e uno per le attività culturali, ricreative e didattiche, mentre la chiesa rimarrà sotto la giurisdizione della Parrocchia.

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