giovedì, Giugno 8, 2023
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Padenghe: il sindaco parla ai suoi cittadini

Rice­vi­amo (dal sin­da­co di Padenghe sul Gar­da) e volen­tieri, per dovere di cronaca pub­blichi­amo:

 

Cari concit­ta­di­ni,

qua­si due anni fa, il 26 mag­gio 2019, mi avete elet­to vostro Sin­da­co. Ho accetta­to il manda­to con onore, sen­so di respon­s­abil­ità e con una con­vinzione ben pre­cisa: per rag­giun­gere i migliori risul­tati bisogna avere una squadra di fidu­cia. Può non esser­ci sem­pre iden­tità di vedute ma non deve mai venir meno la lealtà.

La fidu­cia che ho rice­vu­to dai cit­ta­di­ni l’ho data, a mia vol­ta, alla squadra di lavoro che ave­vo scel­to per portare avan­ti il pro­gram­ma ammin­is­tra­ti­vo.

Abbi­amo affronta­to la situ­azione di emer­gen­za in un cli­ma di incertez­za gen­erale, ma la comu­nità di Padenghe ha dato pro­va di grande uman­ità, coe­sione e sen­so civi­co. Gra­zie anche a questo ce l’ab­bi­amo fat­ta.

Ora che si impone un cam­bio di pas­so per uscire dal­la crisi, la lealtà del­la squadra è venu­ta meno e non ho potu­to che pren­derne atto.

L’ac­cusa di aver causato un “rib­al­tone” non mi toc­ca. Anzi, riten­go di aver agi­to in coeren­za con il manda­to rice­vu­to dagli elet­tori, che han­no scel­to una per­sona, un pro­gram­ma, un’idea di ammin­is­trazione pub­bli­ca come servizio e non come inter­es­si. Tut­to questo non solo non è cam­bi­a­to, ma ne può uscire raf­forza­to.

Il cli­ma che si res­pi­ra­va ulti­ma­mente all’in­ter­no del­la mag­gio­ran­za non per­me­t­te­va di assol­vere ser­e­na­mente il manda­to affidato­mi, ali­men­ta­to da chi si pone­va con un accen­to di pre­m­i­nen­za che pesa­va sul­l’e­qui­li­bro e sulle scelte ammin­is­tra­tive.

Mi sono chiesto: la “buona ammin­is­trazione” che avrei scip­pa­to, di cui si par­la in questi giorni, è quel­la che mi ha vis­to impeg­na­to fino­ra a risol­vere prob­le­mi del pas­sato? No gra­zie. Per me la buona ammin­is­trazione è un’al­tra, quel­la di fat­ti con­creti e di risposte sol­er­ti, val­u­tate con estrema atten­zione met­ten­do sem­pre al cen­tro l’in­ter­esse del­la col­let­tiv­ità.

Non sono ani­ma­to da spir­i­to polemi­co e non inten­do repli­care agli attac­chi già visti e che vedrò. Cre­do di essere una per­sona pos­i­ti­va che guar­da in avan­ti e non all’indi­etro. Se fac­cio una breve cro­nis­to­ria degli ulti­mi avven­i­men­ti è solo per far capire le ragioni del­la mia scelta, che non sono det­tate dal­la con­ve­nien­za o dalle logiche del­la polit­i­ca.

Nel mese di novem­bre 2020, in segui­to all’adozione del­la Legge Regionale 18/2019 sul­la rigen­er­azione urbana e ter­ri­to­ri­ale, in sede di Con­siglio Comu­nale medi­ante un emen­da­men­to, ho tute­la­to il nos­tro ter­ri­to­rio, con­te­nen­do un con­cet­to urban­is­ti­co trop­po espan­si­vo, elab­o­ra­to in autono­mia, dal­l’al­lo­ra asses­sore all’ur­ban­is­ti­ca . Una pro­pos­ta elab­o­ra­ta e por­ta­ta al voto sen­za con­di­vi­sione e sen­za essere pre­ven­ti­va­mente pre­sen­ta­ta alla Com­mis­sione com­pe­tente.

Una dis­trazione? Una forzatu­ra? In ogni caso un inci­ampo e un prob­le­ma.

E dai prob­le­mi non mi sono mai tira­to indi­etro anche quan­do una mozione, pre­sen­ta­ta il 12 aprile 2021 da sei Con­siglieri di mag­gio­ran­za, pote­va van­i­fi­care l’im­peg­no che por­to avan­ti da mesi, su incar­i­co del Con­siglio di Ammin­is­trazione, per la soluzione del­la crisi del­la RSA. Com’è noto la Casa di Riposo deve rispon­dere di un con­tenzioso di oltre un mil­ione di euro.

Nel­la sostan­za, la mozione avrebbe volu­to addeb­itare ai cit­ta­di­ni tale som­ma. Ho più volte rib­a­di­to che, oltre a non essere tec­ni­ca­mente pos­si­bile, non reputo cor­ret­to che gli effet­ti di una scelta sbagli­a­ta fat­ta da chi ammin­is­tra­va la RSA nel 2012, rica­da sul­l’in­tera col­let­tiv­ità. Da qui l’im­peg­no costante a cer­care una soluzione alter­na­ti­va che potesse tute­lare i nos­tri anziani, i dipen­den­ti, la strut­tura e la Fon­dazione, bene sociale impre­scindibile per le Comu­nità di Padenghe e Polpe­nazze.

Il con­fron­to per la dis­cus­sione sulle con­seguen­ze che tale atto pote­va sig­nifi­care per la tenu­ta del­l’am­min­is­trazione, è sta­to antic­i­pa­to dal depos­i­to a pro­to­col­lo, al mat­ti­no stes­so, nonos­tante aves­si antic­i­pa­to ai fir­matari che questo avrebbe sanci­to una sfidu­cia nei miei con­fron­ti e la rot­tura del­la com­pagine ammin­is­tra­ti­va.

Per­al­tro uno di questi, Mario Zanoni, mem­bro del con­siglio di ammin­is­trazione del­la fon­dazione, ha sem­pre espres­so parere favorev­ole alle soluzioni transat­tive dis­cusse.

Quan­do ci si vede rifi­utare il con­fron­to, diven­ta più dif­fi­cile par­lare di dis­trazione o di forzatu­ra. Ma forse chi si con­sid­era la “mag­gio­ran­za del­la mag­gio­ran­za” non ha bisog­no di con­frontar­si.

Chi mi conosce, sa che invece dal con­fron­to non mi sono mai sot­trat­to; la mia por­ta è sem­pre aper­ta e lo era anche il 30 aprile, quan­do a poche ore dal Con­siglio comu­nale, mi sono vis­to recap­itare tramite e‑mail e sen­za preavvi­so, la comu­ni­cazione di man­ca­ta parte­ci­pazione dei sei Con­siglieri, con la con­sapev­olez­za che il grup­po con­sil­iare di oppo­sizione avrebbe potu­to boc­cia­re ogni pun­to all’or­dine del giorno met­ten­do­mi in evi­dente dif­fi­coltà.

Di fat­to, un atto di sfidu­cia e di arro­gan­za che meriterebbe il nome di “sgam­bet­to”.

Res­ta il dub­bio che la vera inten­zione non fos­se quel­la di alzare il liv­el­lo del con­fron­to, che per­al­tro non è sta­to mai richiesto, ben­sì quel­la di creare una frat­tura pre­med­i­ta­ta appli­can­do un cres­cente ostruzion­is­mo al mio oper­a­to.

Ma al gio­co “tan­to peg­gio tan­to meglio“ a spese dei cit­ta­di­ni io non ci sto. Non si può inges­sare ogni attiv­ità del Comune, o far saltare il ban­co e las­cia­re Padenghe sen­za un’am­min­is­trazione, con una guer­ra di logo­ra­men­to.

In troppe occa­sioni sono sta­to mes­so in dif­fi­coltà da manovre che mi han­no spin­to a cer­care altre strade per uscire da ques­ta situ­azione.

Ho trova­to appog­gio e coe­sione nei Con­siglieri comu­nali che, con sen­so di respon­s­abil­ità, han­no deciso di sosten­er­mi con­div­i­den­do un pro­gram­ma comune per portare a ter­mine il manda­to ammin­is­tra­ti­vo all’in­seg­na del­la leale col­lab­o­razione e del­l’in­te­sa polit­i­ca.

I pre­sup­posti per portare a ter­mine con suc­ces­so il per­cor­so ammin­is­tra­ti­vo ci sono. Guar­do al futuro con rin­no­va­to slan­cio, cer­to di avere al mio fian­co una squadra dove tut­ti sono impor­tan­ti ma dove nes­suno può né vuole vin­cere da solo.

 

Cor­dial­mente,

Albi­no Zuliani

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