La settimana di Pasqua coincide tradizionalmente con l’apertura della stagione turistica che, senza sbilanciarsi troppo, per la nostra provincia pare proprio inizi nel migliore dei modi. Gli albergatori sono alle prese con le prime prenotazioni mentre i ristoratori, i gestori di agriturismo e di trattorie “fanno i conti” con gli spazi per cercare di soddisfare tutte le richieste, davvero numerose in questi giorni. Per quest’ultimi sarà il pienone, in molti si sono già visti costretti a chiudere le prenotazioni. «Si lavorerà senz’altro di più rispetto allo scorso anno – spiega Giuseppe Dattoli presidente Arthob (l’associazione bresciana dei ristoratori) – perché non c’è il ponte. Quindi il lavoro sarà concentrato nei giorni di Pasqua e lunedì dell’Angelo». Non è difficile prevedere la fuga dei bresciani dalla città verso le mete tradizionali: la montagna e i laghi. «Fin’ora i luoghi più gettonati sono le aree tranquille, come la campagna o altre zone dove dopo il pranzo c’è la possibilità di fare anche una sana passeggiata». Non si lamentano nemmeno gli albergatori anche se preferiscono la linea della prudenza, non amano sbilanciarsi prima del tempo. Qualcuno dice di aver ricevuto numerose riserve altri di essere tutt’ora a bocca asciutta. Ma in generale possiamo affermare che sarà una Pasqua di buona affluenza. «Sarà un week-end prolungato – spiega Ferruccio Rossi Thielen, presidente di Brescia Tourism – ormai le settimane di vacanza sono un miraggio. Parlando con gli albergatori è emerso che c’è una forte richiesta italiana e meno da parte della popolazione germanica che rimane titubante in attesa che la crisi che attanaglia il loro paese si sblocchi. Registriamo però un incremento dei turisti britannici e comunque di lingua inglese. Inoltre, inaspettatamente, si comincia a vedere un certo interesse da parte dei francesi che per molti anni ci hanno snobbato». Complessivamente il comparto turistico rimane in una situazione di difficoltà: «L’esitazione tedesca pesa e non poco, l’impressione – conclude Rossi Thielen è che quest’anno non sarà molto diverso dal quello scorso». Per dirla in poche parole tutto sommato «si rimarrà a galla». «Dalle recenti fiere di Stoccarda, Monaco e Berlino – tiene a precisare ancora Rossi Thielen – è emerso un ritorno di interesse per il Garda, ma si tratta di un interesse mirato, si privilegiano soprattutto strutture all’aria aperta e appartamenti. Questo dunque pare essere la nuova tendenza del turismo» Tornando alle prospettive, anche se la stagione turistica si sta aprendo con risultati più che discreti a preoccupare gli addetti ai lavori sono i prossimi mesi. «E’ molto difficile fare previsioni perché ormai i turisti prenotano a ridosso delle feste, fino al giorno prima – spiega Carlo Zani presidente Apt di Brescia -. Certo è che il panorama non è dei più rosei». A far pendere in negativo l’ago della bilancia ci sono una serie di fattori a cominciare dalla crisi internazionale «che non aiuta il comparto turistico – per dirla con le parole di Zani – a programmare per tempo. Nel nostro piccolo fatti come l’episodio del marocchino che domenica scorsa si è suicidato facendosi esplodere nella sua auto di fronte a un Mc Donald, possono incidere, e molto. Le reazioni della stampa estera giocano un ruolo rilevante. Basta poco per spostare la massa di turisti che magari volevano visitare Brescia a una città vicina, Verona per esempio». Ma è l’incertezza generale che pesa come un macigno sull’andamento turistico: «La guerra in Iraq, la battaglia dell’America contro il terrorismo tocca tutti quanti» continua Zani. Come se non bastasse la Germania continua a navigare in una situazione di stagnazione generale. «Tre settimane fa a Berlino durante un incontro fra i più importanti tour operator – continua il presidente Apt – è stato detto che l’Italia è troppo cara e per questo la nuova tendenza è di orientare i clienti verso i paesi dell’Est, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, tutti paesi che propongono pacchetti a prezzi ridotti rispetto a noi del 30-40 per cento». Il Garda dunque risentirà anche quest’anno della crisi, è stato stimato che saranno il 3-4 per cento in meno i turisti tedeschi che sceglieranno il lago come meta delle loro vacanze. Mentre il Sebino da anni abituato a fare i conti con una situazione a dir poco problematica sta cercando di risollevarsi giocando forza sulla vicina Franciacorta. La soluzione? «Bisogna rimboccarsi le maniche per garantire una sempre maggiore qualità, per diversificare le offerte, per poter essere innovativi e proporsi in modo efficace al turismo internazionale – conclude Zani-. Il nostro sforzo ora è tutto orientato alla promozione. La soluzione dei nostri problemi potrebbe essere all’interno del nostro paese. Dobbiamo puntare sul turismo italiano».
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Il Garda si prepara a riaprire i battenti, ecco le prime prenotazioni. Si punta sulla Franciacorta. Ma i tedeschi si vedono poco. «Ci dicono:l’Italia è troppo cara, meglio l’Est»