Dovrebbe essere firmato entro Natale un protocollo d’intesa di programmazione dei futuri interventi di miglioramento qualitativo delle acque della sponda rivana del Garda. A sottoscriverlo – se tutto andrà in porto – saranno il Comune di Riva, la Provincia, l’Enel e le pescicolture che sfruttano le acque degli affluenti. La bozza del protocollo d’intesa – preparata dalla dottoressa Paola Matonti, funzionaria provinciale incaricata di coordinare tutti i gruppi di lavoro messi in moto un paio di mesi fa dall’ormai famoso «grido di dolore» del sindaco Malossini (che minacciava di chiedere «danni civili» per il deteriorarsi dell’immagine turistica di Riva) – la bozza di protocollo, dicevamo, è in questi giorni all’esame della Giunta comunale e di tutti gli altri organismi interessati. Raccolte le eventuali «osservazioni», e fatte eventuali correzioni concordate, si procederà alle firme e al piano di intervento coordinato. Quattro i fronti di lavoro individuati. E precisamente: le famigerate schiume della Centrale (dove comunque il Comune manderà avanti il progetto Donatini di barrieramento e occultamento), il fiume Sarca, gli afflenti Varone e Galanzana, l’avifauna che staziona sulle sponde. Il protocollo preciserà i soggetti competenti, quelli operativi, la tempistica e gli interventi finanziari ripartiti appunto per competenza.