martedì, Novembre 12, 2024
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Sergio Caldogno, ex motorista nautico, in fatto di acrobazie non ha nulla da invidiare agli stuntmans americani

Personaggi del lago.

Oggi in pensione, da ragazzo ha più volte vestito i panni del pirata per la casa cinematografica romana Morino Film che proprio nel porto arilicense girò parecchie pellicole su galeoni e predoni dei mari, avviando tra l’altro alla carriera d’attore anche FabioTesti Anche Peschiera ha il suo Mel Gibson Peschiera. Quando si parla di stuntmans acrobatici e di pazzoidi del volante, non si può non citare i protagonisti della classica saga cinematografica di “Arma Letale”: nelle conosciute pellicole, il famoso attore Mel Gibson si sfoga in esilaranti inseguimenti, quanto improbabili acrobazie a bordo di auto, elicotteri e motoscafi; una sorta di vero e proprio mito del volante, difficilmente clonabile per abilità e destrezza. Eppure, nonostante la finzione cinematografica permetta performances di pura fantascienza, sul lago di Garda esiste una sorta di Mel Gibson che in fatto di acrobazia e coraggio non ha nulla da invidiare alla star australiana. Si chiama Sergio Caldogno ed è il motorista nautico da poco andato in pensione nella cittadina arilicense. Ne abbiamo parlato ampiamente in un servizio che ne elogiava le qualità di esperto artigiano, da decenni impegnato su eliche e pistoni di barche e motoscafi. Lo avevamo dipinto come colto e posato riparatore, mago della meccanica che chiudeva a malincuore la sua officina dopo anni di impegno professionale, non cogliendo un lato del suo carattere che probabilmente ci ha voluto tener nascosto. Come il famoso dualismo dottor Jackill e mister Hyde, anche il buon Caldogno, da giovane si è più volte tolto la mite tuta da meccanico per indossare le vesti maliarde dello stuntman. A quell’epoca Peschiera del Garda era palcoscenico per la Morino Film: casa cinematografica romana che realizzò molti film sul tema dei pirati. Sui grossi galeoni sistemati al porto arilicense, Fabio Testi iniziò la sua carriera. Fra le comparse dei pirati-acrobati, come testimonia la foto qui accanto, vi era pure Sergio Caldogno, specialista in salti e duelli corpo a corpo; un vero e proprio attore impegnato in molte pellicole. L’acrobatico lo fece pure in campo meccanico, laddove operava nel settore nautico. La provocazione probabilmente gli veniva da quei mezzi meccanici che doveva riparare senza poter sportivamente “strapazzare”: come un meccanico della rossa Ferrari, che dopo averla lungamente montata e smontata meccanicamente, sogna di potersi sfogare in un liberatorio giro di pista! Non di velocità sull’asfalto ma di brivido sull’acqua aveva bisogno il Caldogno, che dopo tanti anni si è confessato per alcuni suoi sfoghi sportivi che non possiamo non rivelare. Nel corso della sua professione ha avuto l’opportunità di lavorare su molti fuoribordo sportivi da gara, che puntualmente collaudava con sagacia e sprezzo della velocità: veri e propri momenti di delirio sportivo, gestiti con freddezza e controllo, in grado di regalargli impagabili momenti di godimento motoristico. Come un vampiro ha bisogno del sangue della sua vittima, anche Caldogno aveva bisogno di assaporare la potenza-cavalli dei propri motori, sfogando la propria passione in collaudi in acqua al limite dell’impossibile. Siamo riusciti ad accedere al suo archivio fotografico che ha sempre tenuto gelosamente segreto per non essere arrestato; tra foto di motoscafi che saltano sulle onde e metaforiche derapate tra gli spruzzi, abbiamo trovato una vera e propria chicca: la foto di un collaudo acrobatico ai limiti dell’impossibile. Se ne esistesse una registrazione video, sarebbe subito accaparrata dai fanatici del “No-Limits”: si tratta infatti del collaudo ufficiale di un fuoribordo da gara di Tullio Abbate, con motore Johnson da 120 cavalli tutto pepe. Nel lontano 1969 Caldogno lanciò il bolide a quasi 130 km/h, infilandosi nel canale di mezzo largo solo pochi metri e, passando al pelo sotto il ponte della Barcaccia, percorse tutto il Mincio galleggiando in estrema velocità, sulle pinne dello stesso catamarano. Una scena da film da far invidia a Mel Gibson.

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