Restrizioni in vista per la vendita e il consumo di pizze al taglio ed altri alimenti da asporto nel centro storico di Sirmione. Pur con prescrizioni preannunciate «miti e non penalizzanti» per gli esercenti, la giunta Ferrari torna alla carica per «imprimere una spiccata salvaguardia, introducendo delle prescrizioni che, non modificando l’ampiezza delle autorizzazioni esistenti, sono dirette a modificare i comportamenti di esercenti e clienti sotto l’aspetto dei rifiuti e del decoro del centro, rientrante nella materia di polizia urbana, disciplinata dal regolamento comunale approvato il 24 febbraio 2004». Dunque, nel Consiglio comunale di Sirmione in agenda venerdì prossimo alle 18, l’Aula sarà chiamata ad approvare la modifica del regolamento che prevede «con apposita ordinanza, per le aree geografiche di maggior pregio» l’introduzione di particolari prescrizioni per «le modalità con cui devono essere confezionati gli alimenti, i cibi precotti o i pasti preparati da asporto, al momento della vendita e per la loro successiva consumazione nelle aree pubbliche». La direzione del prossimo provvedimento, spiega il sindaco di Sirmione Maurizio Ferrari, è la stessa indicata dal Tar, che aveva accolto il ricorso di un esercente e sospeso il contestato provvedimento, che di fatto vietava la somministrazione di pizza al taglio se non con determinate modalità, ritenute, però, inapplicabili dai giudici amministrativi. Cioè «adottare una misura alternativa potenzialmente più mite nei confronti degli esercenti e volta ad ovviare ai lamentati inconvenienti, mediante posa di ulteriori contenitori e una maggiore e più oculata vigilanza da parte della Polizia urbana». Recependo questa raccomandazione del Tar, il Comune di Sirmione intende così mettere mano ad una serie di ordinanze, che dovrebbero tutelare quel decoro auspicato nel centro storico della penisola di Catullo. Un’area di particolare valore ambientale, storico, archeologico ed artistico-culturale che, però, a causa del proliferare delle attività di vendita di cibi da asporto, «ha determinato – rileva sempre Ferrari – una situazione di notevole degrado, per la pratica ormai invalsa dei turisti di passeggiare con contenitori di cannelloni o spaghetti, oppure vassoi di pizza al taglio, che consumano tra la folla che si assiepa nelle vie e nelle piazzette che, invece, dovrebbero rappresentare una sorta di salotto all’aperto». Fin qui l’osservazione del sindaco non fa una grinza. Il fatto è che ora si pagano errori pregressi, quando cioè venne autorizzata una raffica di licenze del genere, senza prevedere quali sarebbero stati i danni a quel «decoro ed all’immagine» di cui parla ora il sindaco di Sirmione. Proprio su questo punto il Tar, al quale era ricorso il commerciante Fabio Peschiera, amministratore della Fortune srl, aveva sospeso la delibera comunale, che era stata giudicata «illegittima» nell’ imporre dei nuovi spazi in un locale delimitato, per far sostare la clientela a consumare la pizza al taglio. Sempre il Tar aveva osservato che «l’attività dell’esercizio dovrebbe ineluttabilmente cessare, con grave perdita di lavoro del personale» e contestato «un’arbitaria applicazione estensiva della disciplina regionale…senza che il Comune poi abbia adottato un’altermativa potenziale». Quell’«alternativa» su cui la giunta Ferrari sta lavorando con una nuova ipotesi di ordinanza. Un’analoga decisione era stata presa lo scorso anno dal sindaco di Brescia, con il divieto di vendita di bevande in lattina o in bottiglietta, per ragioni di sicurezza e di igiene.
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