Il temporale dell’altra notte? È servito a «bagnare la polvere, non certo a calmare la grande sete delle nostre campagne» spiegano i direttori dei principali consorzi irrigui bresciani. Nel basso Garda non ha piovuto, nemmeno nell’entroterra. I pochi millimetri d’acqua scesi sulle valli non hanno portato che benefici risibili sui livelli dei tre laghi bresciani.Che continuano a scendere. E le previsioni meterologiche non lasciano sperare nulla di buono: sole e caldo per oltre una settimana. L’alta pressione instauratasi con l’anticiclone delle Azzorre lascia come unica àncora di salvezza – per scongiurare lo Stato di calamità naturale – le misure urgenti che adotterà la Giunta regionale domani pomeriggio. Sembra scontata la dichiarazione dello Stato d’emergenza, con il quale il Pirellone potrà dare spazio alle richieste degli agricoltori bresciani e lombardi che stanno irrigando con il 40% di acqua in meno del necessario: svasare più acqua dai laghi subalpini scendendo al di sotto dei livelli di regolazione stabiliti; imporre il rilascio d’acqua dai bacini idroelettrici Enel a monte dei laghi Iseo, Garda, Como. Gli agricoltori hanno dalla loro parte la Legge Galli (la n°5 del 1994): «Nei periodi di siccità e comunque nei casi di scarsità di risorse idriche, durante i quali si procede alla regolazione delle derivazioni in atto, deve essere assicurata, dopo il consumo umano, la priorità dell’uso agricolo». Sono tre le zone a rischio siccità della nostra provincia: la Bassa Occidentale – da Palazzolo a Orzinuovi- che attinge acqua dall’Oglio, fiume che attualmente ha portate al si sotto dei minimi storici (40metri cub/secondo); la Bassa centro-orientale che attinge acqua dal Chiese e dalle sue derivazioni, e il Basso Garda. Drammatica la situazione del Chiese, emissario del lago d’Idro: oggi il livello del lago misura 365,37 metri e a fine mese si toccherà il livello minimo consentito di 364,72m. «I pochi millimetri di acqua scesa domenica notte non sono serviti a nulla – commenta Giuseppe Negrinelli, direttore del Consorzio di Bonifica del Medio Chiese -. Stiamo già pensando a come salvare il salvabile. Spero che la Regione valuti in tempi brevi lo sversamento dai bacini Enel a monte dell’Idro». «Devono permetterci di svasare più acqua dal Garda – incalza Massimo Galli, direttore del Consorzio del Mincio -. Se oggi il livello del lago è di 48 centimetri sopra lo zero idrometrico, chiediamo di poter svasare fino a 15 centimetri. Solo così sarà possibile assicurare la sopravvivenza delle colture fino al 15 luglio. Poi si vedrà». Oggi dal Garda escono 60 metri cubi di acqua al secondo contro una media di 80mc/sec, ma a far «tremare» gli agricoltori è l’afflusso di acqua nel lago. Non stanno di certo meglio gli agricoltori che devono irrigare 25mila ettari con l’Oglio, ma con il 45 per cento di acqua in meno. Le risorse del lago d’Iseo si stanno esaurendo: domenica notte il pluviometro di Bessimo ha fatto registrare 25 millimetri di pioggia ma è rimasto a secco quello di Cedegolo e di Edolo. Così il livello del lago d’Iseo ieri ha ripreso a scendere: di questo passo si raggiungerà lo zero idrometrico i primi di luglio. Ricordiamo che l’attuale limite minimo di concessione è fissato a -30cm, dopodichè l’afflusso all’Oglio sarà praticamente nullo. Unica soluzione: chiedere il rilascio dei 10milioni di mc d’acqua dalle dieci dighe Enel di Valle Camonica. Dighe che complessivamente contengono 30 milioni di mc. La metà esatta rispetto al 2003. «Questo fa capire la drammaticità della crisi idrica che stiamo vivendo» chiude Massimo Buizza, direttore del Consorzio dell’Oglio.
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Laghi di Garda, Iseo e Idro sono in difficoltà ad assicurare il prelievo destinato ai consorzi irrigui che temono per le sorti delle colture. Domani in Regione il vertice per decidere le misure da adottare per aiutare l’irrigazione dei campi