domenica, Maggio 5, 2024
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Oggi si apre la rassegna dedicata alla natività

Presepio subacqueo e sorprese in mostra

Si inaugura questa mattina, in Sala Radetzky, la rassegna di presepi artistici organizzata dal Comune in collaborazione con università popolare Upif, gruppo volontari di Forte Arditeti e gruppo presepi del Beato Andrea. La mostra, alla sua prima edizione, espone tra l’altro le sculture in legno di Gaetano Isacchini, arilicense, per la prima volta nel suo paese. Gli scenari sono scolpiti in pezzi unici di tronchi o radici di piante recuperate ovunque: ve ne è uno arenatosi sul fondale di fronte al campeggio Butterfly dopo giorni di maltempo che avevano sradicato piante nel Trentino. «L’ho lasciata ad asciugare per un anno in casa. Poi ho finalmente potuto iniziare a lavorarla», spiega l’autore. La rassegna di Peschiera ospita opere provenienti da altri paesi del Veronese; vi si possono ammirare trulli pugliesi, paesaggi eschimesi con orsi polari, gondole e imbarcazioni gardesane in una rigorosa ricostruzione lignea di Porta Verona, e un paesaggio interamente realizzato con pietre della Lessinia. «Tutte le natività esposte hanno un loro valore e significato: dai quadri di Pino Bertagna», spiega Enza Lonardi dell’Upif», alla creatività dei bambini delle scuole che hanno usato tutti i materiali possibili, anche i sassi raccolti dal lago». L’appuntamento con i presepi di Peschiera non può dirsi completo senza una visita al presepe subacqueo allestito nel Canale di mezzo e visibile dal ponte di San Giovanni. «Sono 28 sculture metalliche, lavorate a mano con la fiamma ossidrica», spiega Renato Signorelli, delegato allo sport e al sociale ed esponente del Sub Club Peschiera, che ha realizzato l’opera e da 24 anni si preoccupa di allestirla nelle acque della fortezza. «È il vero presepio del lago, che qui ha trovato una sede naturale grazie alla straordinaria balconata offerta dal ponte di San Giovanni. Anche quest’anno i visitatori potranno, digitando un numero indicato sul ponte, osservare la sorpresa preparata in acqua. Occorre iniziare a lavorare a settembre e tengo a sottolineare che l’età media di chi si adopera per questo è di circa sessant’anni. Speriamo che qualche giovane, osservando questo capolavoro, si prenda a cuore questo tipo di tradizione che», conclude Signorelli, «sarebbe un peccato andasse persa».

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