lunedì, Aprile 29, 2024
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Un’alleanza trasversale al Consiglio scende in campo per confermare la «devolution» il 25-26 giugno. E’ l’unico paese del lago nel quale gli amministratori sono venuti allo scoperto

Referendum, il Comune si schiera per il sì

I rappresentanti del Consiglio comunale di Torri scendono in campo per il referendum confermativo del 25 e 26 giugno. Nel primo paese dell’alto Garda, da sempre feudo elettorale del centrodestra, il sindaco, Giorgio Passionelli, e altri cinque consiglieri comunali, seduti tanto nelle file della maggioranza quanto in quelle dell’opposizione, hanno delineato, in una conferenza stampa convocata ieri mattina in municipio, la loro linea politica a favore del «sì».Ma se sull’orientamento dei consiglieri «non ci sono sorprese dato che, per nove tredicesimi, sono iscritti a partiti del centrodestra», com’è stato detto durante la conferenza, la notizia è invece proprio che alcuni rappresentanti del consiglio di Torri, finora unico caso tra i paesi lacustri ma forse anche a livello provinciale, abbiano rotto gli indugi e siano scesi in campo congiuntamente e trasversalmente rispetto alle rispettive posizioni consiliari. «Abbiamo avviato questa campagna di sensibilizzazione congiunta», ha illustrato il sindaco di Torri, Giorgio Passionelli, coordinatore locale di Forza Italia, «per dare un segnale forte ai cittadini e all’intero elettorato di centrodestra. Gli appartenenti alla Casa delle libertà infatti intendono sostenere, anche a livello locale, quanto fatto dal precedente governo».Oltre a Passionelli, alla riunione erano presenti anche il capogruppo di maggioranza, Fabio Raguzzi, pure di Forza Italia, e Angelo Aloisi, simpatizzante della Lega nord. Per le due minoranze invece c’erano Stefano Nicotra, pure di Forza Italia, e i due consiglieri di Alleanza nazionale, Alberto Tomei e Davide Niletti.«La nostra», hanno precisato gli ultimi due, «è una posizione personale e non come gruppo consiliare. Crediamo però giusto sostenere la riforma per avere una devolution che redistribuisca meglio i proventi delle tasse sul nostro territorio». Da notare che il terzo consigliere della minoranza cui appartengono Niletti e Tomei è l’ex sindaco Alberto Vedovelli, di area Margherita, assente alla iniziativa. «Alle ultime elezioni», ha aggiunto Nicotra, «la Casa delle libertà a Torri ha conquistato il 73%. Invitiamo il nostro elettorato ad andare di nuovo compatto al voto per sostenere quanto fatto dal governo di centrodestra».Passionelli ha pure annunciato che, «non essendo arrivato da Padova il gazebo che volevamo mettere in piazza del porto, proporremo ai cittadini volantinaggio e manifesti a favore del sì. Inoltre, in settimana, cercheremo di organizzare una serata con alcuni parlamentari del centrodestra per ricordare i lati positivi di questa riforma».Sarà interessante valutare, all’indomani del 26 giugno, come avrà risposto la gente di Torri all’appello lanciato dai propri rappresentanti, sia in ordine di numero di votanti che, soprattutto, relativamente alla risposta data al quesito referendario. C’è infatti chi, pur dichiarandosi elettore di centrodestra, ha già fatto sapere che si esprimerà per il no alla riforma costituzionale. Non a caso infatti, l’Udc di Cesa e Casini, pur proponendo di votare sì, a livello nazionale ha lasciato libertà di coscienza per il voto. Infine, un’ultima nota di cronaca. Al momento i sostenitori del no a Torri non pare abbiano organizzato alcuna forma di sensibilizzazione, né si siano neppure palesati all’elettorato. La campagna referendaria comunque anche in paese, come nel resto d’Italia, pare stentare a decollare tra indifferenza e disinteresse.

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