mercoledì, Dicembre 6, 2023
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Relax e divertimento a San Marino e dintorni

Le ferie estive sono ormai finite, ma avete anco­ra a dis­po­sizione qualche giorno di vacan­za? Siete for­tu­nati per­ché nel nos­tro Paese sono innu­merevoli le mete che pos­sono regalar­ci relax, diver­ti­men­to ed emozioni.

Un’ot­ti­ma idea potrebbe per esem­pio quel­la di orga­niz­zare un’us­ci­ta che preve­da la visi­ta di alcune local­ità pic­cole, ma comunque molto affasci­nan­ti. In Italia abbi­amo tan­tis­si­mi borghi antichi che sono dei veri e pro­pri gioiel­li. Potreste per esem­pio pren­dere in con­sid­er­azione l’idea di recarvi a San Mari­no e in alcune local­ità vicine, come per esem­pio Veruc­chio e Mon­te­bel­lo di Tor­ri­ana.

La Repubblica di San Marino: storia, shopping e divertimento

La Repub­bli­ca di San Mari­no è uno dei più pic­coli Sta­ti d’Eu­ropa ed è la repub­bli­ca più anti­ca anco­ra esistente al mon­do. Tradizional­mente la sua fon­dazione viene fat­ta risalire al 301 d.C. Il suo cen­tro stori­co è bel­lis­si­mo e chi ama i pat­ri­moni stori­ci, artis­ti­ci e cul­tur­ali cer­ta­mente non sarà delu­so da una gita in questo pic­co­lo Sta­to sovra­no. Il suo sim­bo­lo sono le tre tor­ri medievali ognuna delle quali ha un nome: Guai­ta, Ces­ta e Mon­tale. Ma sono tan­ti altri i gioiel­li di questo luo­go incan­ta­to: il Palaz­zo Pub­bli­co, Piaz­za del­la Lib­ertà, il di Sta­to, il Museo delle Curiosità, la Basil­i­ca di San Mari­no, la Chiesa di San Francesco, la Chiesa dei Cap­puc­ci­ni e tan­to altro anco­ra.

San Mari­no poi è poi il luo­go ide­ale per lo shop­ping, dal momen­to che i prezzi del­la gran parte dei prodot­ti sono decisa­mente più bassi che in Italia. Avrete a dis­po­sizione molti cen­tri com­mer­ciali e out­let, ma anche graziose bot­teghe arti­gianali.

E poi non man­ca il diver­ti­men­to. La sera potreste per esem­pio recarvi nel pres­ti­gioso Cas­inò di San Mari­no per sco­prire come fun­zio­nano le slot machine oppure per tentare la sorte a Black Jack o a pok­er.

Verucchio: borgo medievale inserito tra “I borghi più belli d’Italia”

Veruc­chio è un bor­go medievale rim­i­nese che dom­i­na la val­la­ta del Marec­chia. Non si tro­va a grande dis­tan­za da San Mari­no (cir­ca 15 minu­ti d’au­to). Veruc­chio è molto noto per­ché ha dato i natali a Malat­es­ta da Veruc­chio, noto anche come “Mastin Vec­chio” (1212–1312). Molte sono le cose che potrete ammi­rare in ques­ta incan­tev­ole local­ità. Fra queste si ricor­dano prin­ci­pal­mente il Museo Civi­co Arche­o­logi­co, la Pieve Roman­i­ca di San­t’An­to­nio, la Roc­ca del Pas­sarel­lo, la Chiesa Col­le­gia­ta di San Mar­ti­no e, ovvi­a­mente, il sim­bo­lo del bor­go, la Roc­ca Malat­es­tiana, molto ben con­ser­va­ta.

Montebello di Torriana e la leggenda di Azzurrina

Mon­te­bel­lo di Tor­ri­ana è un pic­co­lo bor­go medievale sit­u­a­to nel­la provin­cia di Rim­i­ni. È par­ti­co­lar­mente famoso per il suo castel­lo, conosci­u­to come Castel­lo di Mon­te­bel­lo, e per una leggen­da a esso asso­ci­a­ta, la leggen­da di Azzur­ri­na. Quest’ul­ti­ma era la figlia del Sig­nore di Mon­te­bel­lo, Ugolin­uc­cio Malat­es­ta. La bam­bi­na era albi­na e ave­va i capel­li tut­ti bianchi. A causa di ciò veni­va tenu­ta nascos­ta nel castel­lo per pau­ra delle accuse di stre­gone­r­ia. La madre cer­ca­va di col­orar­le i capel­li, ma questi si decol­ora­vano in una sfu­matu­ra azzur­ra. Da ciò il suo sopran­nome. Una notte, nel cor­so del sol­stizio d’es­tate del 1375, c’era un for­tis­si­mo tem­po­rale e Azzur­ri­na gio­ca­va con la sua pal­la di pez­za per le stanze del castel­lo, sem­pre sorveg­li­a­ta a vista dalle sue guardie. Men­tre gio­ca­va la pal­la rotolò giù nei sot­ter­ranei e cadde nel­la ghi­ac­cia­ia. Le guardie sen­tirono poi un ter­ri­bile urlo, ma arrivate sul luo­go non videro nes­suno. Azzur­ri­na era scom­parsa e non fu mai più ritrova­ta (pre­sum­i­bil­mente era entra­ta nel­la ghi­ac­cia­ia per recu­per­are la pal­la). La leggen­da vuole che il suo fan­tas­ma si aggiri per il castel­lo e durante il sol­stizio d’es­tate, ogni 5 anni, si pos­sono anco­ra udire i suoi lamen­ti.  

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