lunedì, Maggio 6, 2024
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Presentati bilanci e prospettive del sodalizio Fondazione Da Como progetti per il rilancio

Ricevimenti e meeting nella casa museo per finanziare i restauri

Solo la pioggia potrebbe rovinare la magica atmosfera delle mille fiaccole che sabato 23 luglio illumineranno la Rocca di Lonato, in occasione della cena medievale. Se questo dovesse accadere il tutto sarà comunque rinviato al giorno 30. Fatti gli opportuni scongiuri ricordiamo che l’evento si ripete per il quarto anno consecutivo con un crescente successo di partecipazione. La presentazione della cena ha offerto l’occasione al direttore generale della Fondazione Ugo da Como Ambasciatore Antonio Benedetto Spada di tracciare un bilancio delle iniziative fin qui svolte per un suo effettivo rilancio. «Sforzi che hanno prodotto – ha detto Spada – fino ad oggi alcuni importanti risultati come il recupero dell’intero primo piano della Casa Museo del Podestà con il conseguente ampliamento del percorso di visita ed il raddoppio dell’orario di apertura al pubblico. Questo grande impegno non è certo stato trascurato dagli Enti Pubblici, primo fra tutti la Regione Lombardia che ha inserito la dimora del Senatore Ugo da Como tra le 12 realtà bresciane ufficialmente riconosciute come museo. All’interno della generale riconsiderazione degli spazi della Casa del Podestà va inoltre sottolineata l’apertura di una nuova biglietteria – book-shop e il completo restauro dei giardini privati». Ma non solo, Spada ha ricordato anche come sale del primo piano della Casa Museo siano state riportate alla loro primaria godibilità dopo lunghi anni di utilizzo improprio. Allora l’apertura consente di ammirare molte opere d’arte, volumi antichi, incisioni, un tempo nascosti alla visita del pubblico. «Il generale rilancio della fondazione, anche dal punto di vista turistico, è approdato nell’itinerario chiamato le vie dell’arte che unisce il complesso monumentale lonatese ad altre due grandi realtà museali: il Museo Civico di Santa Giulia ed il Vittoriale di Gardone. Un progetto molto ambizioso cui va senz altro il merito di aver innalzato il numero dei visitatori alle 10.000 unità attuali. Proprio perché si tratta di un complesso monumentale, costituite da una serie di importanti edifici storici, primo fra tutti la Rocca Visconteo Veneta, dichiarata monumento nazionale nel 1912, sono enormi le cure che stiamo profondendo per il suo migliore e più adeguato mantenimento…». C’è poi il discorso delle collaborazioni con l’ente locale per valorizzare al meglio le potenzialità della fondazione. Con la precedente amministrazione comunale si è fra l’altro proceduto alla pulitura e alla rimessa in ordine di tutto il crinale della collina su cui sorge la Rocca e inoltre la speciale convenzione che permette la celebrazione di matrimoni civili negli spazi della Rocca. «Ci auguriamo davvero che il dialogo avviato con l’attuale Sindaco, Mario Bocchio, possa essere proficuo e consolidare la collaborazione. C’è infatti ancora molto da fare e per questo ci stiamo muovendo in una direzione molto precisa. L’insieme degli edifici fu concepito come un primario strumento di autosussistenza se utilizzato nella maniera più opportuna… Stiamo progettando interventi di recupero per le abitazioni dell’antica cittadella che diverranno un nuovo elemento qualificante per la fondazione e l’intera cittadina». In sostanza viene lanciato il progetto di un utilizzo della Grande Casa Museo alternativo che non si sostituirà evidentemente a quello più marcatamente culturale, ma che lo affiancherà facendo lievitare la qualità dell’offerta. In quest’ottica è nata la collaborazione con la società di Banquetine e Catering Armony pronta ad accogliere ricevimenti, meeting aziendali e matrimoni nella cornice esclusa della fondazione. «I proventi derivati da queste manifestazioni – ha detto infine Spada – saranno essenzialmente destinati a importanti interventi di restauro. Siamo certi che il comune impegno, purché fortemente professionale e motivato, potrà aiutare la Da Como a superare definitivamente quei momenti di incertezza che hanno fatto temere il peggio per una delle maggiori istituzioni culturali della nostra Provincia…».

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