lunedì, Aprile 29, 2024
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Chi si sposa a San Zeno di Montagna pronuncerà il fatidico sì in una signorile dimora del 1180.

Sala matrimoni e Consigli comunali nell’elegante villa

Chi si sposa a San Zeno di Montagna pronuncerà il fatidico sì in una signorile dimora del 1180. Anche Consigli comunali, aste publiche e concorsi saranno, entro ottobre, ospitati nelle sale affrescate di Ca’ Montagna, l’elegante villa a nord del paese tra le contrade di Castello e Ca’ Sartori. E per il sindaco è un po’ come tornare tra “mura familiari”. La decisione di trasferire la sede del municipio è stata approvata all’unanimità nell’ultimo Consiglio comunale di settembre. «A giorni la delibera diventa esecutiva», spiega il sindaco Cipriano Castellani, «abbiamo anche predisposto l’acquisto di mobili adeguati all’ambiente e, nel giro di un mese, ogni evento che si possa considerare pubblico si svolgerà al primo piano di Ca’ Montagna». Attualmente al piano terra si trovano biblioteca, ufficio informazioni e Corpo forestale dello Stato. Il vecchio stabile, un normalissimo edificio costruito nel dopoguerra, resterà soltanto adibito ad uffici. Le sale di Ca’ Montagna destinate a ospitare gli eventi di pubblico interesse sono artisticamente e storicamente importanti. Le pareti sono affrescate con motivi geometrici di derivazione tessile, molto simili a quelli delle dimore urbane del secondo Trecento. Su questo primo strato di ornamenti sono stati poi sovrapposti affreschi figurativi. «In quella che sarà la sala consiliare il soggetto è un Cristo benedicente tardo trecentesco, e un Ecce Homo del Cinquecento si trova sulle pareti della sala destinata alle riunioni: in entrambe le sale possono essere celebrati matrimoni», spiega Castellani. «Nel corridoio è raffigurato un arcaico San Cristoforo databile pure al Trecento, probabilmente ridipinto nel secolo successivo». In una delle sale si trova anche una Madonna in trono con Bambino e Santi Antonio e Zeno, staccati dalla facciata e restaurati negli anni Settanta. L’edificio è circondato da una corte, il fronte principale è caratterizzato da tre volti a tutto sesto sostenuti da pilastri in pietra. Il nome deriva dai primi proprietari, una delle famiglie Montagna di Verona, quella residente in Contrada San Martino in Acquario. Nel 1630 Zeno, l’ultimo figlio discendente del ramo familiare stabilitosi a Montagna, non avendo discendenza maschile, lasciò i suoi beni alle figlie. Una di queste, Francesca, andò sposa a Valerio Martini e proprio i Martini ereditarono la dimora che poi passò ai Finotti, ai Ferri ed infine ai Castellani. Come dire che il sindaco, torna “a casa sua”? «Sarebbe improprio» spiega appunto Castellani. «Gli eredi di questa famiglia nel 1981 vendettero l’edificio al Comune: era in pessimo stato e necessitava di un restauro. È vero che il padrone di quella casa era cugino di mio padre, ma apparteneva ad un ramo già separato dei Castellani».

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