mercoledì, Ottobre 16, 2024
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I danni del terremoto al patrimonio religioso sono vasti ed evidenti. Ma il Duomo è sempre rimasto aperto. Entro due mesi i lavori a San Bernardino, ancora «ingabbiato»

Sisma, via a nuovi restauri

Nel centro storico di Salò il terremoto del 24 novembre 2004 ha provocato gravi danni anche agli edifici religiosi che, per il restauro, devono ottenere l’autorizzazione della Soprintendenza, essendo vincolati dal punto di visto storico e artistico.In molti casi i lavori di restauro e ristrutturazione non sono ancora iniziati, e, per la sistemazione definitiva, bisognerà attendere parecchio tempo. Quello che, in un certo senso, è uno degli emblemi del sisma, il campanile della chiesa di S.Bernardino, parzialmente crollato, è ancora ingabbiato dai ponteggi.Il parroco, monsignor Francesco Andreis, ha comunque dato la lieta novella. «Inizieremo le riparazioni fra un paio di mesi», ha annunciato. S.Bernardino, la seconda chiesa per importanza e dimensioni, è sempre stata operativa. Franco Comini, Carlo Bosetti e Giovanni Ciato hanno predisposto il progetto. Bisogna aggiustare le crepe, mettere le catene e rialzare il campanile. Dal momento del via, occorreranno almeno tre mesi. Onere: 300 mila euro.«La Regione – prosegue monsignor Andreis, che ha fatto il punto della situazione sul bollettino parrocchiale – ha ammesso una spesa di 202 mila euro, riconoscendoci un contributo a fondo perduto del 70 per cento. Inoltre la Cei ha garantito uno stanziamento di 20mila euro per il restauro dell’organo, che richiede un onere di 68.400 euro. Una donna semplice, Santina, si è prestata per sponsorizzare il restauro di un quadro appeso all’altare di San Giuseppe. E’ stato fatto ed è riuscito proprio bene. Volesse il cielo che altre persone seguissero l’esempio. I grandi quadri di Bertanza e Farinati hanno urgente bisogno di un intervento, per un costo previsto di 72 mila euro. Ricordo che nella dichiarazione dei redditi è possibile detrarre tutta la somma delle beneficenze».Anche il Duomo è sempre rimasto aperto. «Lo scorso aprile – ricorda il parroco – è iniziato l’intervento di sistemazione strutturale. La ditta Scioli, che aveva già provveduto a effettuare i restauri del periodo 1986-90, ha sistemato i tetti e alcune pareti, posto un sistema di tiranti e istallato le catene, tolte secoli fa, durante la visita di S.Carlo Borromeo. Poi un’impresa specializzata è passata alle opere pittoriche: l’affresco di Palma il Giovane, quello del Landi nella cappella del Santissimo, ecc. Ne avremo ancora per un paio di mesi. Progetto di Alessandro Rossi e Gian Pietro Avanzi. La spesa complessiva ammonta a più di 600 mila euro, di cui un terzo a carico della parrocchia».Don Andreis aggiunge che la famiglia Leonesio, in memoria di Vittorio e Alberto, ha sponsorizzato il restauro dei quadri del Trotti («Martirio di S.Felicita»), Bertanza («Martirio di S.Stefano») e Zenon Veronese («S.Paolino da Nola»). La Soprintendenza sta sostenendo il recupero della «Pietà» di Zenon Veronese, e Banca Intesa quello della «Madonna tra S.Bonaventura e Sebastiano» del Romanino. La speranza è che qualcuno metta mano al portafoglio per le tele della sacrestia.S.Giuseppe, l’ultima chiesa costruita, negli anni Sessanta, è invece uscita integra dalle scosse del 24 novembre 2004, e non ha richiesto alcun intervento. «Abbiamo comunque ridipinto sia l’interno che l’esterno – ricorda il parroco -, reso più funzionale l’impianto elettrico e quello di amplificazione, sistemato un pezzo di pavimento del presbiterio».Gli altri edifici religiosi, invece, sono tutti ammaccati e, in gran parte, chiusi. Si è in attesa delle autorizzazioni della Soprintendenza, e dei contributi. Per riparare la chiesa in Fossa occorrono 170 mila euro, per quella del Carmine 100 mila, per le Rive 150 mila, S.Benedetto (in località Muro) 200 mila, S.Antonio (nel rione alle spalle del Palazzo comunale) 90 mila, Renzano 80 mila, Madonna del Rio 70 mila, S.Bartolomeo 150 mila, Serniga altrettanti. L’unica aperta, S.Giovanni, a pochi metri dalla torre dell’orologio, ha bisogno di lavori per 100 mila euro. Intanto sono stati restaurati l’organo (per 46 mila euro) e la cantoria (24 mila).

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