La deroga sugli ingressi programmati degli stranieri in Italia sta causando non pochi problemi al comune di Castiglione, comune dove tra l’altro gli immigrati sono in continua crescita e ora rappresentano oltre il 6 per cento della popolazione, quasi il triplo della media nazionale. A lanciare l’appello, chiedendo aiuto per sbrigare le pratiche è il comandante della Polizia Municipale, Aldo Aresti che si rivolge pubblicamente all’Associazione Equatore.Insomma il Comune è quasi al collasso, sommerso di pratiche e richieste cui il personale non riesce a far fronte non avendo gli strumenti a disposizione. Il comandante della Polizia Municipale chiede dunque la collaborazione dell’Associazione Equatore.«Il decreto del 17 maggio, sulla deroga al numero di ingressi programmati di stranieri, sta producendo una situazione difficilissima: non sappiamo come far fronte alla richiesta del certificato di garanzia da parte degli stranieri – ha detto, intervenendo al convegno sulla legge 40 a Villa Brescianelli, a Castiglione – Siamo impreparati a gestire il gran numero di extracomunitari che si sta rivolgendo in questi giorni ai nostri uffici. Ci manca un referente esterno, che ci aiuti anche solo a superare le difficoltà della mancanza di una lingua comune, per spiegare loro le procedure. Non ero a conoscenza della nascita di quest’associazione, ma è importante che ci sia e che collabori con noi, già da ora».Riprendendo poi l’intervento di Princess De Silveira, del direttivo dell’associazione di solidarietà e aiuto agli immigrati, che aveva chiesto all’amministrazione comunale un intervento concreto sul problema della casa per gli stranieri regolari, il comandante Aresti ha così chiuso il suo intervento: «La signora ha ragione, per quanto riguarda la casa. Gli stranieri si rivolgono anche a noi, per avere informazioni sulle graduatorie delle case popolari: non ce la fanno a pagare gli affitti a prezzi di mercato. So cos’è l’immigrazione, sono sardo, e conosco le difficoltà di lasciare il proprio paese e di integrarsi in una realtà nuova. Non possiamo chiamare qui queste persone, perché ci servono nelle fabbriche, e non preoccuparci di garantire loro anche casa e accoglienza dignitosa».Il dottor Centomani, direttore di Villa Brescianelli, ha sottolineato: «Nell’affrontare la questione sociale degli stranieri sta prevalendo la dimensione dell’allarme, anziché quella dell’attenzione. Non è così altrove, ad esempio in Francia, dove la pubblica amministrazione vive questa questione sul piano dell’ordinarietà, avendo approntato strumenti istituzionali a livello locale per la prima accoglienza».
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Castiglione, il comandante dei vigili
chiede aiuto all'associazione Equatore
Stranieri, uffici in tilt per la deroga
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